Corriere della Sera (Milano)

SE LA GENTE URLA E SPORCA MILANO NON È UN MODELLO

- Claudio Jommi

Caro Schiavi, poiché secondo la sua opinione è necessario conciliare pulizia-efficienza e immagine, la inviterei in questo momento a recarsi in via Melzo, ma anche nelle strade vicine, e provare ad abitare in una delle case limitrofe a un noto bar per capire come è difficile vivere in questa città. La strada è sistematic­amente invasa da rifiuti, da gente che urla e beve (e fa altro). Gradirei che il nostro sindaco la smettesse di auto-incensarsi e di considerar­e Milano un modello. È diventata sì il modello, il modello dei maleducati dell’aperitivo-mania, della pattumiera nei cestini della carta straccia (come evidenziat­o da una recente lettera sul Corriere), della gente che si permette di urlare in strada a quest’ora, non più delle persone che con senso del dovere fanno il proprio lavoro, ogni giorno compreso il sabato (provi lei a immaginare con quale freschezza e concentraz­ione). Da tempo diversi condomini nella zona chiamano vigili urbani, carabinier­i, polizia e la risposta è sempre la stessa: abbiamo altre priorità.

Se da questo dipende il successo internazio­nale... o dai turisti che sono venuti a Milano per Expo (cosa è rimasto di tutti i soldi investiti in una zona che è in stato di abbandono?) e che ora vengono per fare lo struscio tra Piazza San Babila e Piazza Castello avendo come unico scopo quello di comprare vestiti ed ogni tanto deviano in Galleria giusto per fare una visita al famoso toro (e non sanno che esiste Sant’Ambrogio, Sant’Eustorgio, Pinacoteca di Brera, Poldi Pezzoli)... siamo messi veramente male. È proprio vero che il denaro e l’apparenza sono diventati l’unica cosa che conta. Vorrei che qualcuno, oltre che a magnificar­e la movida per il grande contributo che dà alla nostra città (pare che fra qualche anno non ci saranno più case in affitto perché Milano, oltre alla città della moda, è diventata anche la città della movida... cavolo che primati!), ne misurasse i costi sociali.

Caro Jommi, la critica fa bene, l’ha detto anche il sindaco al quale chiede più attenzione. Ma il successo di Milano non è un’invenzione mia, è un dato di fatto riconosciu­to nel mondo. Conciliare le due città, quella che vive e quella che lavora è da sempre difficile: meglio il deserto o i locali pieni? Certe sere il centro è un delirio per chi abita nelle zone della movida. E gli effetti si vedono nei cestini portarifiu­ti. Pero Milano non si può fermare, va migliorata in corsa (si accettano consigli e anche speranze...).

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