Andavamo Campionaria alla
Da domani alla Triennale in mostra gli archivi fotografici della Fondazione Fiera Milano
Un regalo alla città di Milano e all’Italia intera. È il progetto «Archivi fotografici» frutto della collaborazione fra Fondazione Fiera Milano, Afip International — Associazione Italiana Fotografi Professionisti — e Triennale di Milano. Manifesto dell’iniziativa, quasi un galà d’apertura, è la mostra «Prospettiva. Viaggio negli Archivi fotografici di Fondazione Fiera Milano» che aprirà domani in Triennale. «Il progetto nasce dall’esigenza di preservare il grande patrimonio di archivi fotografici italiani che sono spesso abbandonati o non più fruibili dal grande pubblico», spiega Giovanni Gorno Tempini, presidente dell’ente Fiera. «Per identificare e selezionare gli archivi da acquisire è stato costituito un Advisory Board a cui partecipano i tre partner ed esponenti del mondo della cultura». L’obiet- tivo è dar vita a una piattaforma online fruibile e un calendario di eventi espositivi e culturali a questa collegati. «Non credo esista momento più devastante per un essere umano che lo svanire della memoria — afferma Giovanni Gastel presidente di AFIP —. Così è per una società. Salvaguardare e proteggere il ricordo di una comunità è garantire al futuro solide basi. Gli archivi fotografici, che oggi finiscono distrutti alla media di uno al giorno, sono il patrimonio di storia e di costume del nostro straordinario paese. Un paese senza memoria è un paese cieco condannato a vagare nel buio».
Se, dunque, gli archivi selezionati si aggiungeranno via via al progetto, il nucleo centrale è senz’altro costituito dell’archivio di Fondazione Fiera: 200mila fotografie, 14mila schede, 5mila cataloghi, 250 medaglie, 100 manifesti che raccontano della grande magia della Campionaria, volano dell’economia italiana fin dal lontano 1920. La Fiera non è stata soltanto vetrina per ogni azienda che volesse farsi conoscere e trampolino per il boom economico del dopoguerra ma anche palcoscenico per personalità politiche e imprenditoriali, sfida per architetti e designer impegnati a progettarne i padiglioni, location per le prime sfilate di moda, sede di programmi Rai come «Il Rischiatutto». «Una macchina delle meraviglie a ciclo continuo — la definisce il curatore della mostra Ippolito Pestellini Laparelli, architetto dello studio OMA—.– L’idea di fondo è stata quella di “aprire” l’Archivio, solitamente sono luoghi pressoché inaccessibili, mettendolo in scena. Così la prima sala è una porzione di quello reale con tanto di scaffali e raccoglitori e i visitatori, indossando dei guanti bianchi, potranno scartabellare tra i diversi materiali». Nel 2011 la Fondazione ha iniziato la digitalizzazione del proprio archi- vio storico e ad oggi sono stati acquisiti in digitale circa 90 mila documenti. «La digitalizzazione è solo un aspetto, il più semplice — spiega ancora Gorno Tempini —. Quello che davvero permette la fruizione di questi documenti è la catalogazione. Senza la costruzione di un catalogo ordinato e ragionato infatti la moltitudine di immagini digitali resta inconsultabile». In Triennale non si vedranno solo le fotografie ma anche manifesti, grafiche, cataloghi, biglietti, giornali. «Nelle diverse sal e— conclude Pestellini Laparelli — abbiamo estratto e messo in scena alcune storie esemplificative capaci di farci riflettere anche sull’oggi, una è dedicata per esempio all’energia nucleare. Perché la Fiera Campionaria è stata una finestra privilegiata sulla costruzione della modernità italiana e internazionale».
Dal 1920 Ducentomila immagini e 5mila cataloghi che raccontano il volano della nostra economia