L’appello di Delpini
UNA CITTÀ CHIAMATA A RACCOLTA
Il primo ostacolo sarà trovare un nome: Sinodo è troppo ecclesiale e di Stati generali ne abbiamo già visti. Ma il senso c’è tutto ed è da difendere. La città viene chiamata a raccolta: serve che la società civile sana e appassionata, trovi la strada per uscire dal clima di paura diffusa e (ri)cominciare ad esercitare il bene nell’interesse di tutti e pensando ai più fragili. Un bene inteso come buone pratiche, le tantissime che da sempre Milano ha cullato in seno e che continuano a fare grande la città: come quella della Casa della Carità, nata 16 anni fa dalla visione del cardinale Carlo Maria Martini e dalla caparbietà di don Virginio Colmegna. Non è un caso se proprio da qui è partito l’altra sera il messaggio dell’arcivescovo Mario Delpini, subito raccolto e rilanciato dal sindaco Giuseppe Sala. Delpini vorrebbe tutte le istituzioni a discutere di quali siano le priorità su cui intervenire e le problematiche più urgenti; Sala pensa ad un coinvolgimento più largo. Mentre i bisogni interrogano le coscienze di istituzioni e singoli, torna in mente il discorso che il cardinal Martini fece in occasione degli Stati generali indetti dalla prima giunta di Gabriele Albertini, quando invitò la città a riscoprire l’amicizia, seguendo la lezione di Aristotele. E forse questa potrebbe essere la parola intorno a cui costruire questo momento di crescita della città: Amicizia. Amici delle persone bisognose, degli stranieri, dei giovani, degli anziani, dell’ambiente, di chi cerca di fare impresa, dei diritti di ciascuno. Milano diventi la città dell’Amicizia.