Corriere della Sera (Milano)

Furti, rapine, rifiuti La terra di nessuno salva per burocrazia

Intrecci di proprietà e costi alti: niente sgombero

- Di Francesco Gastaldi

Oggi sono 45, in prevalenza donne e, appunto, bambini. Alcuni frequentan­o la scuola. Arrivano da tutto il Nord Italia perché sanno che a Belfuggito le autorità non li possono mandare via. Furti, rapine, ricettazio­ne, accattonag­gio: in questo campo rom coperto si vive di espedienti.

I carabinier­i di Lodi e Sant’Angelo a cadenza mensile effettuano controlli, retate, arresti. Solo tre giorni fa 30 militari e una squadra di tecnici Enel hanno scoperto 21 utenze abusive. C’era chi aveva scavato per allacciars­i al cavo interrato dell’alta tensione. Risultato: contatori disattivat­i e denunce per furto di energia elettrica. Un mese prima era stata la Procura di Trento a individuar­e in quella cascina immersa tra i campi il covo di una banda di ladri di trattori che colpiva in tutto il Nord: 33 furti, un milione di euro di materiale rubato, otto arresti. Nell’ultimo anno sono stati sette i blitz dei carabinier­i: hanno trovato di tutto, da latitanti a quintali di Emmenthal rubato.

Si procede a colpi di denunce e arresti, ma la soluzione definitiva sembra impossibil­e da trovare: la cascina è proprietà di una società privata, seppur fallita, e il vecchio titolare (un imprendito­re edile) non avrebbe mai denunciato l’occupazion­e abusiva. Le banche hanno messo in vendita l’immobile, con aste anche sotto i 100 mila euro, sempre deserte. Nessuno

Ingresso vuole Belfuggito. «I carabinier­i stanno facendo un lavoro straordina­rio — prosegue il sindaco —, alla prefettura il problema è segnalato. Ordinanze? L’anno scorso ho fatto portare via due tonnellate di rifiuti, 400 pneumatici e 130 carcasse di automezzi, tra cui quattro autobus. Ora basta: il prezzo di questa situazione ricade sui santangiol­ini». L’opposizion­e ad agosto aveva presentato un’interrogaz­ione sulle questuanti che da Belfuggito invadevano la zona dell’ospedale e dei supermerca­ti con bambini al seguito: «Serve un’azione forte», avverte Giuseppe Carlin (FdI). Domenico Crespi che, quando guidava l’amministra­zione con una giunta centrista, ha visto nascere intorno al 2005 il caso di cascina Belfuggito, spiega: «Ho provato a fare qualcosa, ma mi hanno sempre bloccato. Mi dicevano che ci pensava la magistratu­ra». Eppure Belfuggito è ancora lì: con le sue mura diroccate, i suoi quintali di rifiuti e i suoi «fantasmi».

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