Nozy Narcos e la carica hip hop
Anche Salmo, Coez e Rkomi sul palco dell’Alcatraz con il rapper romano
«Le meglio stelle, brillano ‘ste luci, storie maledette di ragazzi truci, e tutti i soldi che bruci a cosa so’ serviti, almeno ti racconteremo che se semo divertiti da pischelli»: così canta, in «Sinnò me moro» Noyz Narcos, il rapper romano di Montesacro, ma vissuto tra Centocelle e Tor Pignattara, che ispirato da punk, metal e dagli stornellatori veraci della capitale, racconta in modo crudo e violento, spesso con rime in dialetto, storie di periferia e ai margini della società, legate in genere al mondo della droga. Non a caso, il brano è dedicato a Gabriella Ferri, la voce più amata dai romani che oggi hanno una certa età. «Un omaggio volutamente sentito - spiega Noyz ad una delle personalità più care della mia città, dove i rapper contemporanei hanno un ruolo da nuovi stornellatori, accumunati dalle tematiche di strada e dai luoghi comuni di ritrovo. La cosa che mi piace di più di «Sinnò me moro» è vedere i ragazzini di oggi, abituati ad altre sonorità, cantare a squarciagola un classico della Ferri ai miei concerti». Il 38enne maestro del rap romano, Emanuele Frasca all’anagrafe, punto di riferimento per molti giovani artisti hip hop della nuova scena, dopo il grande successo del suo ultimo album «Enemy», già certificato disco di platino, e dopo aver registrato il tutto esaurito con oltre 20 date estive è tornato in pista con la versione invernale del tour, che approda stasera all’Alcatraz. Sul palco saliranno altri rapper che hanno collaborato nell’album da studio. Ci saranno Salmo, che duetterà con lui nel brano «Mic check», Coez in «Sputapalline», il napoletano Luchè in «Casa mia», il milanese Rkomi in «Matanza», e Achille Lauro in «R.i.p.», canzone scritta in seguito alla morte di Primo Brown dei Cor Veleno. La formula di Noyz, che ora si divide tra Roma e Milano, non è mai cambiata negli anni: basi d’impatto, immaginario legato al mondo dell’horror e rime al vetriolo, descrizione della realtà senza troppi fronzoli, molte citazioni da b-movie del passato. Uno stile coerente con il suo personaggio, pur rimanendo al passo coi tempi. Anche in «Enemy», che lui ha annunciato come il suo ultimo album: «Sono molto legato a questo disco spiega – perché rappresenta una perfetta sintesi musicale del mio percorso artistico, che fotografa l’evolversi di una società troppo spesso mossa dai soldi e dalla corruzione, logorata dall’invidia e dall’odio, dove conta più l’immagine della sostanza. Potrebbe essere l’ultimo disco in quanto sono un perfezionista e scrivo ancora alla vecchia maniera, per cui ci metto molto e questo è sempre più impegnativo».