La Madre Russia in scena al Piccolo
Da Puskin a Gogol, quattro classici rivisitati
«Abbiamo da decenni un legame indissolubile con il Piccolo. Il teatro consente di superare le differenze tra Paesi e di ricostruire quei “ponti” a volte distrutti dalla politica. Presenteremo quattro classici russi rivisitati in chiave contemporanea, quattro autori rappresentativi di un secolo della nostra cultura: Puskin, Gogol, Cechov e Blok». Parole di Valery Fokin, direttore artistico dell’Alexandrinskij Theatre di San Pietroburgo che, con tre dei quattro titoli della rassegna «Le stagioni russe in Italia», fa la parte del leone, mentre dal Vachtangov State Academic Theatre di Mosca arriva il quarto, «Evgenij Onegin». Ed è proprio Fokin, appena insignito del Premio Europa per il Teatro, ad aprire le danze con «Your Gogol. The last monologue» (fino al 29 novembre), di cui è autore e regista. Partendo dagli ultimi giorni della vita di Gogol, Fokin ne racconta la spiritualità e l’ascetismo, proponendo una riflessione sulle convinzioni religiose e filosofiche dell’autore e sul posto che egli occupa tuttora nella vita e nella coscienza del popolo russo.
Sintesi, straziante e romantica, della Russia del XIX secolo è il secondo appuntamento della rassegna, «Evgenij Onegin» (oggi e domani), riscrittura per la scena di una parte dal fluviale romanzo in versi di Alexander Puškin, dato alle stampe nel 1825. A firmarne adattamento e regia è Rimas Tuminas, lituano, classe 1952, che sceglie alcuni capitoli, privilegiando la mancata storia d’amore tra Tatiana e Onegin, sdoppiando i personaggi principali tra passato e presente, realtà e immaginazione, quasi giocando a rimpiattino con le vicende che hanno così drammaticamente segnato i rispettivi destini.
Andrij Zholdak, invece, riscrive «Le tre sorelle» di Anton Cechov in «The other side of the curtain» (1 dicembre). Siamo nell’anno 4015: come risultato di un esperimento di reincarnazione, Masha, Irina e Olga iniziano una nuova vita in un altro mondo. Una situazione surreale in cui le tre sorelle fanno riaffiorare dal passato le stesse speranze e aspirazioni di un tempo. Infine Alexander Blok, di cui Anton Okoneshnikov porta in scena «The Twelve», poema scritto nel 1918, in cui espone il proprio pensiero sulla Rivoluzione, raccontando la lunga marcia di dodici soldati bolscevichi nelle vie di Pietrogrado, in una bufera invernale. A corredo della rassegna sono previsti incontri, proiezioni e workshop al Chiostro Nina Vinchi, alla Scuola del Piccolo e all’Università Statale.