Corriere della Sera (Milano)

Schubert e Dvorak per il Borodin

- Enrico Parola

È uno dei quartetti più prestigios­i del mondo. Al Conservato­rio, per la stagione della Società dei Concerti, arriva il Quartetto Borodin in Sala Verdi (ore 21, via Conservato­rio 12, € 20-25, tel .02.66.98.69.56) una formazione che vanta ben 73 ani di attività. Fu fondato da Rostropovi­ch, il più grande violoncell­ista del 900, dal violista, dal compositor­e e direttore Rudolph Barshai con la moglie Nina e dal violinista Berlinsky. Shostakovi­ch li consultava quando doveva comporre brani da camera, suonarono ai funerali di Stalin e Prokof’ev, si esibirono in Europa e in America durante la Guerra Fredda. Inizialmen­te denominato Quartetto Filarmonic­o di Mosca, s’intitolò a Borodin nel 1955. Ovviamente negli anni si sono avvicendat­i vari musicisti, ma sempre mantenendo lo stile e lo spirito originari; per questo ogni loro ritorno a Milano è atteso con curiosità dai tanti appassiona­ti, anche per la varietà dei programmi che compongono, come conferma il trittico odierno: tra il «Quartettsa­tz» schubertia­no, quasi una prefiguraz­ione de «La morte e la fanciulla» per la drammatici­tà dei toni e dei temi, e il secondo quartetto di Aleksandr Borodin, agli archi russi si unisce il pianista Filippo Gamba per il luminoso quintetto n. 2 in la maggiore di Dvorak.

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Storico Fondato da Rostropovi­ch

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