Schubert e Dvorak per il Borodin
È uno dei quartetti più prestigiosi del mondo. Al Conservatorio, per la stagione della Società dei Concerti, arriva il Quartetto Borodin in Sala Verdi (ore 21, via Conservatorio 12, € 20-25, tel .02.66.98.69.56) una formazione che vanta ben 73 ani di attività. Fu fondato da Rostropovich, il più grande violoncellista del 900, dal violista, dal compositore e direttore Rudolph Barshai con la moglie Nina e dal violinista Berlinsky. Shostakovich li consultava quando doveva comporre brani da camera, suonarono ai funerali di Stalin e Prokof’ev, si esibirono in Europa e in America durante la Guerra Fredda. Inizialmente denominato Quartetto Filarmonico di Mosca, s’intitolò a Borodin nel 1955. Ovviamente negli anni si sono avvicendati vari musicisti, ma sempre mantenendo lo stile e lo spirito originari; per questo ogni loro ritorno a Milano è atteso con curiosità dai tanti appassionati, anche per la varietà dei programmi che compongono, come conferma il trittico odierno: tra il «Quartettsatz» schubertiano, quasi una prefigurazione de «La morte e la fanciulla» per la drammaticità dei toni e dei temi, e il secondo quartetto di Aleksandr Borodin, agli archi russi si unisce il pianista Filippo Gamba per il luminoso quintetto n. 2 in la maggiore di Dvorak.