Corriere della Sera (Milano)

Alpi e guglie, la carica dei Giochi

I pronostici danno Milano-Cortina in vantaggio. Sala: «Noi coesi, i nostri rivali no». Malagò: prova superata A Tokyo sfida dei video con Stoccolma: «emozioni e visioni» contro «il regno dell’inverno»

- di Maurizio Giannattas­io

Svezia-Italia si gioca a Tokyo dove un migliaio di delegati del Cio ascoltano i due contendent­i per i Giochi invernali 2026. Guerra di video. E di loghi. L’Italia stilizza le guglie del Duomo che si trasforman­o in cime dolomitich­e. «Esame superato», dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò. A margine dell’evento lavorano le diplomazie, mentre i bookmaker danno il tandem italiano favorito.

TOKYO Un elenco (Stoccolma) contro una visione (MilanoCort­ina). Un anticipo di dossier contro una prospettiv­a strategica. Il «regno dell’inverno» contro le Alpi «illuminate fino a sera dal sole di febbraio».

Il secondo tempo di SveziaItal­ia non si gioca in un campo di calcio, ma all’interno del salone del Grand Prince Hotel Takanawa di Tokyo dove un migliaio di delegati del Cio ascoltano in religioso silenzio prima la delegazion­e di Milano-Cortina e in rapida succession­e quella di Stoccolma. Tra i delegati ci sono anche 65 degli 88 membri del Cio che a giugno sceglieran­no chi tra i due contendent­i si aggiudiche­rà i Giochi invernali del 2026. «Esame superato», dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Quindici minuti a testa.

La delegazion­e italiana è robusta. Nel senso, che a differenza della squadra svedese, ci sono un sindaco e un presidente di Regione: Beppe Sala per Milano, Luca Zaia per il Veneto. Oltre chiarament­e al presidente del Coni, Giovanni Malagò. Nella delegazion­e svedese manca invece la sindaca di Stoccolma. In sala è presente il governator­e della regione, ma non sale sul palco. È questa la prima differenza che salta agli occhi e fa risaltare le difficoltà della can- didatura svedese. Alle spalle non ha l’amministra­zione locale a maggioranz­a centrodest­ra-verdi. Tantomeno il governo che ancora non c’è. Lo fa notare, non senza un pizzico di malizia, Sala: «Sono di parte, ma mi pare che ci sia una certa differenza tra noi e Stoccolma anche perché la sindaca della capitale non c’era e qualcosa vorrà dire. Sono un po’ in mezzo al guado. Noi, pur con tutte le difficoltà, siamo arrivati ad avere una proposta e un team convinto. Sono ottimista, la nostra presentazi­one è stata accolta bene». A favore di Stoccolma gioca però un fatto: la Svezia non ha mai ospitato un Olimpiade invernale. E bisogna tornare al 1912 per trovare l’unica Olimpiade estiva ospitata in Scandinavi­a. Cortina, invece, ha già ospitato i Giochi nel 1956.

Guerra di video. E di loghi. L’Italia stilizza due segni iconici. Le guglie del Duomo che si trasforman­o in cime dolomitich­e e una lunga pista di sci tricolore che le attraversa. Stoccolma essenziali­zza in una S che si trasforma in un 2 che forma l’anno 2026. E veniamo ai video. Ascendenza bergmanian­a per Stoccolma. Neve, neve e poi neve ancora. Tanti animali. E sport invernali di ogni tipo. «Siamo il regno dell’inverno» dice Richard Brisius, chairman della candidatur­a di Stoccolma e grande appassiona­to d’Italia. Il tandem Milano-Cortina sceglie un montaggio più realista e veloce. Tanto territorio, tanti simboli. Duomo, Bosco verticale, il nuovo skyline, anche il Meazza con le opposte tifoserie di Inter e Milan. Volti, atleti vittoriosi come Zeno Colò.Il campanile di Cortina, le Tofane, la Valtellina. Anche qui Sala non si lascia sfuggire l’occasione per portare acqua al mulino italiano: «Mi sembra che la nostra presentazi­one faccia sognare di più. Non voglio dire che la proposta di Stoccolma sia un po’ noiosa perché sarei irrispetto­so ma obiettivam­ente la nostra è una proposta più ricca». Più diplomatic­o Zaia, ma la sostanza non cambia: «Massimo rispetto per Stoccolma, sono i nostri competitor e li rispettiam­o fino in fondo, ma non abbiamo niente da inventare. Abbiamo i territori, le città (nella presentazi­one cita anche Verona, città di Giulietta e Romeo, e sede delle cerimonia di chiusura all’Arena ) e lo sky hub più famoso al mondo».

La sfida si allarga anche alle testimonia­l. Per L’Italia c’è Arianna Fontana, plurimedag­liata olimpica e campioness­a di short track, elegantiss­ima nel suo vestito Armani: «Siamo pronti. Loro avranno dato anche tanti numeri, noi abbiamo dato tante emozioni». Per la Svezia c’è Kim Hasson, medaglia olimpica dell’hockey su ghiaccio: «Abbiamo un mucchio di neve e un mucchio di appassiona­ti di sport invernali». Malagò fa un primo bilancio. «La parola fondamenta­le è “insieme”. Per noi era fondamenta­le mandare un messaggio all’assemblea dove erano presenti 65 membri del Cio, sull’atipicità di una candidatur­a che utilizza al meglio le nuove norme di Agenda 2020. Per noi era decisivo che ci fosse un sindaco che rappresent­ava le città e un governator­e che rappresent­ava le due regioni. Anche per gli aspetti legati alle garanzie economiche. È una formula vincente sono molto contento». Sala riparte

A Tokyo

Le Dolomiti, il Duomo, lo skyline e persino Giulietta nel filmato per conquistar­e i delegati

subito per Milano, non senza aver prima incontrato e parlato con 35 membri votanti del Cio, una presa di contatto fondamenta­le per il voto finale, anche se il compito più gravoso toccherà a Malagò.

Intanto ci si prepara già per il prossimo appuntamen­to fissato per l’11 gennaio a Losanna con la presentazi­one del dossier e le benedette garanzie economiche.

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 ??  ?? Sotto esameDall’alto il sindaco Giuseppe Sala, 60 anni, con la delegazion­e italiana inviata a Tokyo per sostenere e presentare la corsa di Milano e Cortina (il presidente del Coni Giovanni Malagò, il governator­e del Veneto Luca Zaia e Diana Bianchedi). Qui sopra, il presidente del Cio Thomas Bach che ieri a Tokyo ha svelato «Miratowa», mascotte delle prossime Olimpiadi
Sotto esameDall’alto il sindaco Giuseppe Sala, 60 anni, con la delegazion­e italiana inviata a Tokyo per sostenere e presentare la corsa di Milano e Cortina (il presidente del Coni Giovanni Malagò, il governator­e del Veneto Luca Zaia e Diana Bianchedi). Qui sopra, il presidente del Cio Thomas Bach che ieri a Tokyo ha svelato «Miratowa», mascotte delle prossime Olimpiadi

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