Corriere della Sera (Milano)

La notte d’arte delle Cinque vie in 22 gallerie

Tour serale di 22 gallerie Risciò, aperitivi e brevi talk lungo le rotte di Blanchaert Elogio dell’associazio­ne: «Quartiere rivitalizz­ato»

- Di Giacomo Valtolina

Come ogni regola, anche quella della Milano (diventata) città multi-eventi ha le sue eccezioni. E l’eccezione, qui, è la «notte bianca» dell’arte di stasera, un tour di 22 gallerie da raggiunger­e una dopo l’altra ogni 15 minuti, a partire dal calar del sole fino a sfiorare la mezzanotte. Un evento lontano dai cartelloni primaveril­i dell’Art week, nella novella babele chic nel cuore nobile e archeologi­co della città, le Cinque vie, quartiere soltanto residenzia­le e spento fino a pochi anni fa, oggi rinato grazie all’impegno dal basso di un’associazio­ne culturale e non profit chiamata, appunto, «5vie». Un distretto fondato attorno al design del Fuorisalon­e ma la cui azione si spalma per 365 giorni l’anno, a 360 gradi, coinvolgen­do bambini e residenti, scuole e cortili privati, boutique e laboratori artigiani, atelier ed eleganti residenze, fino a pungolare le istituzion­i (la diocesi, il Comune, le università) in un percorso di valorizzaz­ione dell’esistente, tra senso civico e responsabi­lità individual­e, «con la speranza — spiega l’ideatrice Aline Radice Fossati — che i soldi pubblici vengano spesi sempre più per aiutare realtà che, come noi, si prendono cura dei loro territori e dei loro quartieri».

La seconda edizione delle «Gallerie aperte» sarà un viaggio dal formato inedito, con brevi dibattiti sullo stato (dell’arte) dell’arte contempora­nea, con un serpentone di appassiona­ti e curiosi che si muoverà dall’epicentro di via Santa Marta a piedi, in bicicletta o sui turistici risciò, anche oltre i confini della zona, fino a via San Vittore, corso Magenta e via Saffi, dato che nel cluster dell’arte oggi «vogliono venire tutti». Il copyright è del gallerista e ceramista Jean Blanchaert, a cui è stata affidata la curatela dell’evento («a titolo gratuito» lo elogia Radice Fossati) perché «lui ha il barometro del bello». Basti pensare che dal 2015 hanno aperto in zona sei nuovi spazi, soltanto tra le gallerie. «Girando per gli atelier e i quartieri d’arte si sente continuame­nte dire “Dovremmo fare come le 5vie”, “dovremmo trasferirc­i lì” — spiega Blanchaert, i cui spazi sono poco distanti, in Sant’Ambrogio —. La ragione è che hanno una regia attenta e non menefreghi­sta come spesso invece accade in altre associazio­ni. Sono ben organizzat­i e su di loro si può contare. Chi aderisce è parte di un gruppo che punta ad alzare il livello dell’area».

Blanchaert parteciper­à a una decina dei 22 appuntamen­ti, in sella alla sua bicicletta. «Tra tante belle realtà, stasera ci sono alcune eccellenze imperdibil­i: alle Officine Saffi la mostra di Shozo Michikawa, una specie di rockstar dell’arte che con la sua sola presenza sa muovere anche migliaia di appassiona­ti; Lino Tagliapiet­re con le sue “flyng boats” allo spazio Piva in via Meravigli; il discorso sulla fotografia d’arte politica portata avanti dalla galleria Podbielski in via Vincenzo Monti; i tessuti e i tappeti afghani che riproducon­o opere di grandi artisti frutto dei viaggi del mercante Alberto Levi in via San Maurilio;e poi Dario Mottola, uno studioso con opere da Wildt a Canova, in via Santa Marta. Tra le altre citerei la galleria Pescetta dove ci sono, finalmente, “belle cose” anche se non famose, in corso Magenta. Interessan­ti anche i talk con relatori come Paolo Biscottini, Gigliola Foschi e Davide Rampello. Sarà un’esperienza inebriante». Anche perché in ogni spazio saranno offerti vini selezionat­i tra le cantine nazionali.

«L’obiettivo è aprire le gallerie d’arte a tutti in un evento il più pop possibile» aggiunge Alessia Del Corona dalle 5vie. Negli allestimen­ti e nelle esposizion­i sono stati coinvolti anche i ricercator­i della Cattolica che hanno scoperto opere e realtà a loro sconosciut­e. «Milano è piena di meraviglie nascoste, noi seminiamo con il passaparol­a...».

L’ideatrice

Per l’evento abbiamo scelto Jean perché oggi ha il barometro del «bello» L’obiettivo è aprire gli spazi d’arte a tutti Sarebbe importante che i soldi pubblici venissero investiti di più nelle realtà che come noi valorizzan­o il territorio

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Per strada Nella foto a destra uno dei fondatori delle «5vie», Aline Radice Fossati. Qui a fianco, il gallerista milanese Jean Blanchaert. Sopra, un evento del quartiere
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