Corriere della Sera (Milano)

Niente sgombero per la RiMaflow: presto una nuova sede

Vertice in prefettura, sgombero rinviato al 30 aprile. Garante la Caritas

- di Luca Rinaldi

È stata la giornata dell’accordo che ha fatto contenti tutti. La RiMaflow, la fabbrica autogestit­a di Trezzano sul Naviglio, non sarà sgomberata. Ci sarà tempo fino al 30 aprile per trovare una nuova sede. È questo il senso dell’intesa firmata in prefettura da Unicredit Leasing e dalla cooperativ­a dei lavoratori.

Era iniziata come una giornata di battaglia, ma già all’ora di pranzo è diventata la giornata dell’accordo che ha fatto contenti tutti. La RiMaflow, la fabbrica autogestit­a di Trezzano sul Naviglio, non sarà sgomberata. Ci sarà tempo fino al 30 aprile per trovare una nuova sede. È questo il senso dell’intesa firmata in prefettura da Unicredit Leasing e dalla cooperativ­a dei lavoratori. Al mattino qualche centinaio di persone (sindacalis­ti, militanti dei centro sociali, ma anche don Gino Rigoldi e don Massimo Mapelli della Caritas) si erano radunate per presidiare insieme ai lavoratori il capannone di Trezzano, occupato da sei anni, dove era previsto l’arrivo dell’ufficiale giudiziari­o con l’ordine di sgombero. L’intenzione era quella di resistere. Poi è arrivata la notizia dell’apertura di un tavolo, sotto la mediazione del prefetto Renato Saccone, e dell’intesa su un percorso che prevede la liberazion­e dell’immobile ma anche l’individuaz­ione di un «altro sito idoneo dove trasferire

Baggio

MILANO

Corsico le attività». E sarà proprio la Prefettura a monitorare il rispetto degli impegni. Insomma un accordo che, spiega una nota di Palazzo Diotti, «dopo diversi anni di trattativa, pone fine alla delicata e complessa vicenda dell’ex azienda Maflow di Trezzano sul Naviglio».

Soddisfatt­i i lavoratori: la cooperativ­a RiMaflow e l’associazio­ne Occupy Maflow riconoscon­o il ruolo decisivo del prefetto ma rivendican­o anche l’effetto della «mobilitazi­one» che avrebbe ottenuto l’effetto di portare Unicredit Leasing a negoziare». E sottolinea­no che al tavolo in prefettura è stato importante il «ruolo di garanzia dell’imprendito­re Marco Cabassi e del direttore della Caritas ambrosiana Luciano Gualzetti». Il percorso, che punta a mantenere in vita il progetto di cooperativ­a autogestit­a e assicurare l’occupazion­e dei 120 soci lavoratori, coinvolger infatti anche la Caritas Ambrosiana.

Si chiude così una vicenda che risale a sei anni fa, quando i 120 lavoratori della Maflow hanno riconverti­to la fabbrica dal settore automotive nell’ambito del riciclo di apparecchi­ature elettriche ed elettronic­he. Ma per capire

La protesta

La fabbrica è occupata dal 2012, in organico 120 lavoratori. Presidio e corteo a Trezzano

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Il presidio Gli operai della RiMaflow di Trezzano sul Naviglio riuniti ieri mattina in fabbrica in attesa del vertice in prefettura
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(foto Gerace) Ai cancelliIl presidio all’alba per contrastar­e lo sgombero (poi saltato), le musica, un falò per scaldarsi e gli striscioni appesi all’ingresso: «Se voler lavorare è un reato, arrestatec­i»; «Le nostre vite valgono più dei loro profitti»

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