Corriere della Sera (Milano)

Giovanni Vernia sul palco a ruota libera

«Da bambino imitavo gli zii del sud, da grande il capo ufficio Travestirs­i è un optional, il vero umorismo non ha bisogno di trucchi»

- di Daniela Zacconi

L’ultima edizione del televisivo «Tale e Quale Show» ha dimostrato come Giovanni Vernia sia un entertaine­r completo, non solo un comico. Ed è proprio il Giovanni Vernia capace di intrattene­re a 360 gradi a emergere in «Vernia o non Vernia: questo è il problema», il nuovo one-man-show che il cabarettis­ta genovese ha scritto con Paolo Uzzi (con i contributi di Paola Galassi e Giampiero Solari) con cui arriva a Milano subito dopo il debutto a Varese. «In realtà io non sono un imitatore: faccio le parodie dei personaggi -— racconta —: mi concentro su una loro caratteris­tica e la utilizzo per montare una “macchietta“tutta mia per fare ridere. Ma a “Tale e Quale Show“ho cantato e ballato e mi è piaciuto molto (specie l’esibizione come Jim Carrey in “The Mask“). Perciò nel nuovo spettacolo ci sono il canto e il ballo, tutte le mie passioni. “Vernia o non Vernia“è uno show che racconta il dissidio interiore che nutro fin da piccolo. Sono sempre stato una persona garbata, anche silenziosa… Ma osservavo molto e poi me ne uscivo con le parodie: da bambino quelle degli zii del Sud… Poi, sul lavoro, quando facevo l’ingegnere, quelle dei capi. È il fil rouge della mia esistenza: dovere essere qualcun’altro per divertirmi».

Un talento che Vernia ha trasformat­o in lavoro, con un impegno continuo a perfeziona­rsi e ad allargare gli orizzonti. «Ballo, canto, ci sono monologhi e la descrizion­e di cose, situazioni e storie secondo la mia ottica: racconto le serie televisive, i talent show, persino una visita da un medico per curare il mio disturbo della personalit­à — prosegue entusiasma­ndosi —. Ci sono anche momenti romantici, ma sempre con l’obiettivo di suscitare la risata. Lo scopo è ridere: non ci sono discussion­i!». Qualche esempio? «Si passa dagli anni ‘70 a Michael Jackson, dalla trap, questa tendenza pazzesca che imperversa fra i ragazzi, a Lucio Dalla, Mengoni, “X Factor“, Ed Sheeran, Tozzi, Carboni…», un elenco corposo che Vernia affronta in scena con il supporto del fidato «complice musicale» Marco Sabiu. Il tutto senza mai ricorrere a camuffamen­ti. «Travestirs­i serve sei hai bisogno di impatto immediato, come in tv dove hai tempi limitati. Ma per evocare una maschera basta una voce, una postura, uno sguardo… È quello che ho sempre fatto», spiega. Ma come si capisce se una maschera funziona? «Io testo i nuovi personaggi con chi mi sta intorno, parenti, amici e soprattutt­o la mia severissim­a moglie: se ride lei, vado tranquillo, rideranno tutti». Quanto ai personaggi presi di mira nelle sue parodie, Vernia tiene a sottolinea­re che «quelli che prendo in giro sono i miei preferiti: mi attirano e quindi li seguo e così mi si scatena la scintilla. Gli ultimi arrivati sono i personaggi di “Gomorra“». Quindi Giovanni Vernia «al naturale»? «Certo», conclude, svelando che lo show teatrale potrebbe approdare presto in tv. E ridendo: «Diciamo che sarò vestito Dolce & Gabbana… Anzi un Dolce & Gabbana made in China: così sarò l’artefice della pace fra i due stilisti e la Cina».

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 ??  ?? Ingegnere e comico Giovanni Vernia, 45 anni, genovese. Domani al Nazionale col il suo nuovo one-man show
Ingegnere e comico Giovanni Vernia, 45 anni, genovese. Domani al Nazionale col il suo nuovo one-man show

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