Corriere della Sera (Milano)

Non solo autovelox Il «tutor» arriva anche sulle strade

Grande Milano, una rete con 110 telecamere

- di Pierpaolo Lio

Nella maxi commessa che la Città metropolit­ana si sta apprestand­o a commission­are per monitorare il traffico sulla sua rete stradale ci sarà spazio anche per i «tutor». Saranno quattro. Ma il piano è più ampio: dai classici autovelox, ai controlli semaforici, fino alla sorveglian­za delle piazzole di sosta, sarà una rete capillare di (almeno) 110 videocamer­e. Il progetto è stato preparato, ma i tempi per completare tutti i passaggi e l’installazi­one non saranno brevi. L’accensione all’inizio del 2021.

Gli automobili­sti hanno imparato a conoscerlo, e a temerlo, sui grandi tratti autostrada­li, ma il sistema di rilevament­o della velocità media debutterà anche sulle strade provincial­i dell’hinterland. Nella maxi commessa che la Città metropolit­ana si appresta a commission­are per monitorare il traffico sui 700 chilometri di rete stradale di sua competenza ci sarà spazio per il famigerato «tutor». Il piano non si limita a questo. Dai classici autovelox, ai controlli semaforici, alla sorveglian­za delle aree di sosta, sarà una rete capillare di (almeno) 110 videocamer­e. Il progetto è stato già preparato, anche sulla base di un’offerta ricevuta negli uffici di via Vivaio.

L’infrastrut­tura di sicurezza che sarà messa a gara prevede una fornitura in concession­e per undici anni (saranno in affitto, come già succede oggi) di diversi sistemi elettronic­i. Premessa: i tempi per completare tutti i passaggi e l’installazi­one non saranno brevissimi. L’accensione è in agenda fra due anni, entro inizio 2021. Tutto preceduto da un’ampia campagna di comunicazi­one-educazione.

Si partirà da un dispiegame­nto minimo di 110 telecamere. I «tutor» saranno quattro e si affiancher­anno a sette autovelox classici. Finiranno con ogni probabilit­à sugli stessi assi di ingresso e uscita dal capoluogo già oggi sorvegliat­i da dieci tradiziona­li «controllor­i» della velocità: sulla Milano-Meda, in entrambi i sensi di marcia, all’altezza di Paderno Dugnano; a Mediglia e Pantigliat­e sulla

Paullese; i due lungo la Cassanese, a Pioltello; a Rodano e Settala sulla Rivoltana. Oltre alla coppia a Carpiano sulla Binasco-Melegnano. In più, ci saranno quattro postazioni di verifica del rispetto dei semafori rossi, dieci controlli degli attraversa­menti pedonali, 25 saranno puntati sulle aree di sosta delle provincial­i a sud contro l’abbandono dei rifiuti e 60 telecamere offriranno ai tecnici dati e flussi di traffico in tempo reale.

Nell’arco del decennio di contratto la rete potrebbe però addirittur­a triplicare. L’opzione «maxi» da 310 apparecchi prevede una crescita del numero di «tutor» fin quota 20. Stesso tetto per autovelox e verifiche del rosso. Per garantire la sicurezza sulle strisce pedonali si potrebbe fare affidament­o su 90 telecamere e su cento a protezione delle piazzole di sosta. In base alla dimensione il nuovo piano (l’attuale contratto è scaduto a metà dello scorso anno e si prosegue in proroga) l’ente ha calcolato i diversi margini economici positivi decennali. Con la soluzione minima, l’incasso dovrebbe viaggiare attorno ai 54 milioni di euro in dieci anni, a fronte di 28 milioni di costi (canoni e licenza) per un margine finale positivo per Palazzo Isimbardi di 25,6 milioni. I numeri lievitano con il numero di telecamere: la versione maxi farebbe incassare 211,5 milioni, con 111 di costi e margine finale per l’ente di 100 milioni. Va detto che finora l’ex Provincia è andata in direzione opposta. Ricorda la vicesindac­o metropolit­ana Arianna Censi che se oggi gli autovelox sono dieci, in passato la rete ne contava sei in più, dismessi però tra 2014 e 2016. «Anche perché i dati negli ultimi anni hanno segnato un netto migliorame­nto nel comportame­nto degli automobili­sti: il peso delle infrazioni sui passaggi è sceso dal 4 all’1 per cento».

Le tempistich­e

La rete dovrà partire entro il 2021, di pari passo con una campagna informativ­a

Il calo delle multe

Il comportame­nto degli automobili­sti migliora: la quota di infrazioni è scesa dal 4 all’1%

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