Non solo autovelox Il «tutor» arriva anche sulle strade
Grande Milano, una rete con 110 telecamere
Nella maxi commessa che la Città metropolitana si sta apprestando a commissionare per monitorare il traffico sulla sua rete stradale ci sarà spazio anche per i «tutor». Saranno quattro. Ma il piano è più ampio: dai classici autovelox, ai controlli semaforici, fino alla sorveglianza delle piazzole di sosta, sarà una rete capillare di (almeno) 110 videocamere. Il progetto è stato preparato, ma i tempi per completare tutti i passaggi e l’installazione non saranno brevi. L’accensione all’inizio del 2021.
Gli automobilisti hanno imparato a conoscerlo, e a temerlo, sui grandi tratti autostradali, ma il sistema di rilevamento della velocità media debutterà anche sulle strade provinciali dell’hinterland. Nella maxi commessa che la Città metropolitana si appresta a commissionare per monitorare il traffico sui 700 chilometri di rete stradale di sua competenza ci sarà spazio per il famigerato «tutor». Il piano non si limita a questo. Dai classici autovelox, ai controlli semaforici, alla sorveglianza delle aree di sosta, sarà una rete capillare di (almeno) 110 videocamere. Il progetto è stato già preparato, anche sulla base di un’offerta ricevuta negli uffici di via Vivaio.
L’infrastruttura di sicurezza che sarà messa a gara prevede una fornitura in concessione per undici anni (saranno in affitto, come già succede oggi) di diversi sistemi elettronici. Premessa: i tempi per completare tutti i passaggi e l’installazione non saranno brevissimi. L’accensione è in agenda fra due anni, entro inizio 2021. Tutto preceduto da un’ampia campagna di comunicazione-educazione.
Si partirà da un dispiegamento minimo di 110 telecamere. I «tutor» saranno quattro e si affiancheranno a sette autovelox classici. Finiranno con ogni probabilità sugli stessi assi di ingresso e uscita dal capoluogo già oggi sorvegliati da dieci tradizionali «controllori» della velocità: sulla Milano-Meda, in entrambi i sensi di marcia, all’altezza di Paderno Dugnano; a Mediglia e Pantigliate sulla
Paullese; i due lungo la Cassanese, a Pioltello; a Rodano e Settala sulla Rivoltana. Oltre alla coppia a Carpiano sulla Binasco-Melegnano. In più, ci saranno quattro postazioni di verifica del rispetto dei semafori rossi, dieci controlli degli attraversamenti pedonali, 25 saranno puntati sulle aree di sosta delle provinciali a sud contro l’abbandono dei rifiuti e 60 telecamere offriranno ai tecnici dati e flussi di traffico in tempo reale.
Nell’arco del decennio di contratto la rete potrebbe però addirittura triplicare. L’opzione «maxi» da 310 apparecchi prevede una crescita del numero di «tutor» fin quota 20. Stesso tetto per autovelox e verifiche del rosso. Per garantire la sicurezza sulle strisce pedonali si potrebbe fare affidamento su 90 telecamere e su cento a protezione delle piazzole di sosta. In base alla dimensione il nuovo piano (l’attuale contratto è scaduto a metà dello scorso anno e si prosegue in proroga) l’ente ha calcolato i diversi margini economici positivi decennali. Con la soluzione minima, l’incasso dovrebbe viaggiare attorno ai 54 milioni di euro in dieci anni, a fronte di 28 milioni di costi (canoni e licenza) per un margine finale positivo per Palazzo Isimbardi di 25,6 milioni. I numeri lievitano con il numero di telecamere: la versione maxi farebbe incassare 211,5 milioni, con 111 di costi e margine finale per l’ente di 100 milioni. Va detto che finora l’ex Provincia è andata in direzione opposta. Ricorda la vicesindaco metropolitana Arianna Censi che se oggi gli autovelox sono dieci, in passato la rete ne contava sei in più, dismessi però tra 2014 e 2016. «Anche perché i dati negli ultimi anni hanno segnato un netto miglioramento nel comportamento degli automobilisti: il peso delle infrazioni sui passaggi è sceso dal 4 all’1 per cento».
Le tempistiche
La rete dovrà partire entro il 2021, di pari passo con una campagna informativa
Il calo delle multe
Il comportamento degli automobilisti migliora: la quota di infrazioni è scesa dal 4 all’1%