Vigili, lo stop all’assemblea e l’alta tensione
Allo sciopero si aggiunge un’assemblea sindacale. Stop di Palazzo Marino: sono giorni di grandi eventi
Sale la tensione nel durissimo muro contro muro tra vigili urbani e Comune. Oltre allo sciopero contro i badge, proclamato per il 7 dai sindacati autonomi, c’è in programma un’assemblea convocata dalla Uil per il 6, alla quale Palazzo Marino ha negato l’autorizzazione. Ma in vista dell’ultimo incontro, il fronte dei ghisa resta compatto e le posizioni restano distanti. Si va verso la precettazione.
Il 29 novembre, nel pieno della più dura battaglia sindacale degli ultimi vent’anni, la Uil della Polizia locale convoca un’assemblea sindacale tra la mattina e il pomeriggio del prossimo 6 dicembre. C’è già uno sciopero proclamato per il 7, e quell’assemblea sembra uno strumento per mettere ancor più in crisi la città anche il giorno prima. In realtà, più che altro, è una mossa disperata del sindacato che (con la Cgil) è stato messo in gravissima difficoltà da una protesta che sta compattando in maniera inedita i vigili intorno al Sulpm, ai sindacati di base e a una linea di scontro totale con il Comune. Perché, come raccontato ieri dal Corriere, è su una chat di Telegram alla quale partecipano più di mille agenti che si sta coagulando la rabbia dei vigili. «Orgoglio ghisa». Sentimento diffuso: «Non vendiamo l’onore per gli incentivi che ci propongono trattandoci da pezzenti e da miserabili». La protesta contro il badge che Palazzo Marino vorrebbe introdurre sta raccogliendo una rabbia molto più diffusa, ampia e radicata che la Polizia locale alimenta contro il Comando e il Comune perché «chi collabora in pieno e da anni al sistema di sicurezza della città non può essere considerato come un impiegato dell’anagrafe».
A quella richiesta di assemblea straordinaria (che nel 2014 fu lo strumento per uno «sciopero mascherato» durante un derby), il Comune ha risposto che quella riunione non si farà perché il 6 e 7 dicembre saranno giornate di «grandi eventi» (consiglio dei ministri dell’Osce, Oh bej! Oh bej!, prima della Scala e festa di Sant’Ambrogio).
L’ipotesi dell’assemblea (proclamata tra l’altro con una grammatica sindacale piuttosto anomala) è stata un nuovo scontro frontale in una dinamica già avvitata: la Polizia locale «non si oppone a una rilevazione elettronica delle presenze, ma ritiene che il badge sia dannoso per l’organizzazione del lavoro»; intorno alla vertenza si sono coagulati malesseri molto più profondi; il Comune ha mostrato una profonda distanza dalla base dei vigili e una frattura s’è aperta anche con i sindacati «tradizionali»; l’ala estrema dell’opposizione contro Pa20 lazzo Marino s’allarga giorno dopo giorno. E allo stesso tempo si accavallano le disdette degli straordinari. Significa che il 6 dicembre la città potrebbe andare in crisi, e che il 7 gli agenti in strada potrebbero essere meno del per cento di quelli che servono: perché quasi la metà dei servizi fatti dalla Polizia locale di Milano è in straordinario (altra distorsione).
Al comando di piazza Beccaria stanno cercando qualsiasi stratagemma per recuperare agenti da mettere in strada: «comandare» in strada chi lavora in ufficio; obbligare al servizio chi non ha lavorato un numero sufficiente di «festivi»; secondo qualche voce sarebbe arrivata anche una richiesta ad Atm di poter usare gli ausiliari della sosta per qualche servizio «minore». Di fatto, «una ricerca disperata — spiega un ufficiale — e che non sarà comunque efficace». Oggi si terrà l’ultimo incontro di conciliazione previsto dalla legge e, dato che le posizioni quasi con certezza non si sbloccheranno, la precettazione è un’ipotesi quasi scontata.
Il rischio tilt
Il giorno della Prima della Scala gli agenti in servizio potrebbero essere meno del 20%