Corriere della Sera (Milano)

Case di riposo, un salasso E il voucher ora è a rischio

I rincari non si fermano. Fondi girati sull’Alzheimer

- Bettoni e Ravizza

Gli ennesimi rincari vanno in media da 290 a 450 euro annui. Nonostante sia già stato sfondato il tetto dei tremila euro al mese, le spese a carico delle famiglie per il ricovero di un anziano in una casa di riposo sono ancora in aumento. Costi record al centro oggi del dibattito politico. È in scadenza la misura che prevede un voucher da mille euro come aiuto alle famiglie: il suo rinnovo, al momento, è a rischio. La Regione preferisce investire gli 11,3 milioni a disposizio­ne per i malati di Alzheimer.

Una crescita inarrestab­ile. Nonostante sia già stato sfondato il tetto dei tremila euro al mese, le spese a carico delle famiglie per il ricovero di un anziano in una casa di riposo sono ancora in aumento. Gli ennesimi rincari vanno in media da 292 a 450 euro annui: tra l’aprile 2016 e il marzo 2017, in pratica, il ritocco all’insù registrato a Milano va da 0,80 a 1.20 euro al giorno. È quanto emerge dai siti dell’Ats (ex Asl) e delle singole residenze sanitarie assistenzi­ali (Rsa), il termine con cui vengono definite comunement­e le strutture per la terza età.

Costi record al centro oggi del dibattito politico in Regione Lombardia. È in scadenza la misura sperimenta­le introdotta nel luglio 2017 come aiuto alle famiglie: il voucher di mille euro all’anno per oltre diecimila ospiti, uno su sei del totale dei ricoverati, i più fragili e bisognosi. Il suo mantenimen­to — e addirittur­a un’eventuale estensione — è chiesta a gran voce dal Sindacato unitario dei pensionati e delle Confederaz­ioni che conferma al Corriere:

«Il nostro obiettivo è spingere per una riconferma del voucher». Al momento, però, la riedizione della misura nel prossimo futuro è a rischio. Spiega Emanuele Monti (Lega), alla guida della commission­e Sanità: «Il finanziame­nto di 11,3 milioni di euro resta. Ma l’intenzione stavolta è di spenderlo per sostenere maggiormen­te le famiglie con malati di Alzheimer. Il dibattito, in ogni caso, è ancora aperto». Nei piani della Regione, come emerge da documenti ufficiali, c’è la riduzione delle liste d’attesa per entrare in una casa di risposo per gli anziani in gravi condizioni. Di qui la scelta di investire 8 milioni su 11,3 per trasformar­e 1.670 posti di Rsa in posti per l’Alzheimer, 2,5 milioni per 150 letti in più per chi è in stato vegetativo e 800 mila euro per aumentare da 160 a 170 euro al giorno i rimborsi alle Rsa per l’assistenza a chi soffre di malattie del motoneuron­e.

Il meccanismo è sempre lo stesso: il pagamento delle ret-

te, per legge, deve essere per il 50% a carico della Regione e per l’altro 50% degli ospiti, ma in realtà di fronte ai contributi pubblici bloccati, il costo delle Rsa per le famiglie sale. E gli ultimi aumenti di fatto si sono mangiati quasi la metà del voucher dato alle famiglie. Il vicepresid­ente del Consiglio regionale Carlo Borghetti (Pd) riflette: «Le rette delle case di riposo sono alle stelle e sono un problema vero per i cittadini, anche perché con le regole attuali non c’è differenza: chi è ricco e chi fatica ad arrivare a fine mese paga la stessa cifra. Con il bonus di mille euro annui la Regione è intervenut­a indipenden­temente dal reddito, ovviamente nel bel mezzo della scorsa campagna elettorale per le regionali, ma gli esiti sono stati vanificati perché non era stato previsto alcun vincolo per le strutture di tenere le rette invariate. Così il beneficio per le famiglie è stato minimo. L’unica soluzione efficace, e lo chiediamo da anni, è che la Regione introduca finalmente un criterio di equità e permetta di definire le rette delle case di riposo anche sulla base del reddito».

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