Nel laboratorio delle pelli rare
Restauratori e designer da tre generazioni Murante: riceviamo ordini da tutto il mondo
Restauratori e designer delle pelli da tre generazioni. La storia e i segreti del negozio-laboratorio del chimico Aldo Murante, in piazza Wagner al civico 3: «Riceviamo ordini da tutto il mondo».
Agatatura. Una tecnica di lavorazione delle pelli tramandata da tre generazioni e custodita come un «segreto». È una pietra miliare della Tintoria Wagner, un luogo storico nel cuore di Milano e una delle poche eccellenze nel settore pelletteria rimaste in Italia. «Riguarda la lucentezza — racconta Aldo Murante, laureato in Chimica, artigiano e designer tailor made —: l’azione della pietra d’agata, abilmente controllata, conferisce brillantezza e protegge il pellame dalle intemperie. La pressione, la precisione e il tempo di questa lavorazione devono essere calibrati con cura e sapienza».
Dopo anni di esperienza è nato anche un laboratorio in piazza Wagner 1, dove Murante, con i figli Niccolò (26 anni) e Jacopo (23), restaura accessori e componenti d’arredo in pelle provenienti da tutto il mondo e disegna e crea borse, cinture, scarpe o capi d’abbigliamento personalizzati secondo i desideri dei clienti. «Ci arrivano ordini dalla Cina, il Giappone, la Russia, tutti i Paesi europei e gli Stati Uniti d’America — rivela —. Anche i grandi marchi della moda si affidano a noi per i trattamenti, da Hermès a Céline».
Lavori di pregio. «Abbiamo rifatto un secretaire con tecnica vintage (molto particolare) uguale a quello di Gucci degli anni Sessanta, ormai rovinato e consumato. Per la cliente era un ricordo prezioso e noi abbiamo riprodotto le caratteristiche dell’epoca. Ma anche bauli in coccodrillo (difficile da maneggiare) e addirittura una scrivania interamente in ippopotamo (tutte pelli certificate cruelty free). Per gli accessori (dal vecchio zaino al secchiello) e l’abbigliamento (capispalla di ogni fattura) utilizziamo tanto il vitello togo (martellato), lo struzzo, l’agnello, i camosci (conciati con operazioni ideate da noi) e il cashmere, anzitutto per gli interni». Il vostro punto di forza? «L’adattabilità a ogni desiderio», risponde l’artigiano-designer.
Tra i procedimenti tipici della tintoria/pelletteria, la scarnitura: «La eseguiamo manualmente, con il coltello e il pialletto, o meccanicamente sulla pelle di notevole spessore per assottigliare (fino a farla diventare una velina), pareggiare e ammorbidire il materiale, soprattutto in corrispondenza dei rimbocchi e del dorso».
In laboratorio si pratica anche la bottalatura: «Trattamento nel bottale (una specie di centrifuga) con segatura e un solvente — continua Murante senior —, lo scopo è di rendere il pellame più piacevole al tatto e di prepararlo alla concia, tingerlo o ingrassarlo». Infine, il tatuaggio: «Riproduciamo il tattoo che sia ha sul corpo. Si sceglie per rendere ancora più personalizzati una borsa, un paio di guanti o una giacca».
La loro creatività, però, ha portato anche all’ideazione di una linea moda con logo «Isora Milano», il nome della moglie di Aldo: «Ci interessano la bellezza e l’estetica degli oggetti che realizziamo, l’eleganza non è legata per forza alle griffe famose, è un concetto che mi ha trasmesso mio padre Antonio». Altri progetti futuri? «Non vogliamo diventare un’azienda, ma continuare a servire i clienti appassionati».