UN’EDICOLA CHE RIAPRE SEGNO DI FIDUCIA E SPERANZA

Caro Schiavi, le segnalo l’apertura di un’edicola in viale Lombardia all’angolo con piazzale Piola. Nel panorama desolante delle chiusure, non è una buona notizia?

Un’edicola che riapre non è una notizia, è una «notiziona» perché contraddice una (purtroppo) inesorabile tendenza: le edicole chiudono, a Milano sono tappezzate da avvisi «cedesi attività», le saracinesche si abbassano con ritmo costante ogni giorno. E non si alzano più. Sono in via d’estinzione e tutti indicano il motivo nel crollo di vendite dei giornali che rispetto a vent’anni fa hanno dimezzato le copie: in Italia sono passati da sei a poco più di tre milioni. Ma davanti a questo piccolo miracolo di viale Lombardia viene voglia di ignorare ogni statistica e accendere un cero a qualche santo. Che sia un segnale? Qui c’era una volta un’edicola: la zona è trafficata, a pochi passi c’è la linea verde del metrò. Quattro anni fa è stata sopraffatta dalla crisi. Chiusa e stop. È rimasta blindata, un po’ arrugginita, sfregiata da qualche scritta. Inutile, ma sempre al suo posto. Forse non voleva morire. Due settimane fa, nel gabbiotto c’era un giovane, i giornali campeggiavano sul ripiano, qualche settimanale era esposto. Riapre? Davvero riapre? Il ragazzo, sorridente e disponibile, parla poco l’italiano. Viene dal Bangladesh, è un edicolante sui generis. Ma la sua presenza ha aperto una breccia nel muro dell’impossibile. I giornali hanno restituito qualche sorriso sui marciapiedi e anche noi, che alle edicole siamo affezionati per mestiere, ci rallegriamo. C’è ancora chi ci crede. C’è qualcuno che ha fiducia nei giornali e nelle edicole di città. Evviva.