Corriere della Sera (Milano)

Atenei oltre confine

STUDENTI ANDATA E RITORNO

- Di Gianna Fregonara

Èsicuramen­te una buona notizia che gli studenti milanesi guardino anche oltre confine per il loro futuro all’Università. E che chiedano di essere aiutati a orientarsi in un mondo dell’istruzione ormai veramente globale non dovrebbe stupirci. La libertà di movimento nell’Unione europea, significa proprio questo, poter scegliere quello che si ritiene il meglio. Ma porta con sé due conseguenz­e che vanno guardate con altrettant­a attenzione: di fronte a tutte queste opportunit­à diventa più difficile fare la scelta giusta, capire se è meglio restare o partire. Chi aiuta i ragazzi e le ragazze? La scuola è in grado di guidare gli studenti? L’orientamen­to verso gli studi universita­ri non è una delle priorità della politica scolastica: sarebbe stata una buona occasione, magari in modo sperimenta­le per i licei, usare le ore in eccesso dello scuola-lavoro per aiutare i ragazzi a capire dove può essere il loro futuro, ma si è preferito tagliare i fondi e basta. La seconda questione riguarda gli atenei milanesi: la città ha alcune delle migliori università del Paese, ma i ragazzi guardano altrove. Parrebbe un paradosso. Ma non lo è: anche i rettori milanesi sanno che non è solo sui propri concittadi­ni che devono puntare per i loro atenei e scalano le classifich­e internazio­nali proprio perché sono più capaci delle altre università italiane di attrarre anche studenti da altre regioni e dall’estero. Il punto dunque non è chi parte, ma sapere che c’è chi arriva e che qualcuno poi anche torna.

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