Corriere della Sera (Milano)

MALEDUCATI NELLE STAZIONI IL LATO OSCURO DI MILANO

- Giovanni Perotti gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, sono le dieci di sera. È martedì 4 novembre. Torno da via Romagnosi 8 per un Forum sulle eccellenze di Milano. Per rientrare a casa vado in piazza Castello, cerco un ingresso al metrò. Nella piazza un fotografo apre il cavalletto per immortalar­e le luci e i monumenti di questa bella città. L’accesso del metrò di via Cusani però è chiuso; verso via Beltrami, chiuso; torno all’angolo di via Dante, chiuso. C’è una pattuglia di vigili urbani all’imbocco di via Dante e chiedo se c’è qualche problema in città, ma mi dicono di no. «Provi più avanti» . Va bene, dico, ma possibile che nella Milano delle eccellenze chiudano gli ingressi al metrò alle nove di sera? Non ci posso credere.

Trovo un ingresso aperto verso Foro Buonaparte, scendo e vado verso il periptero o edicola dei controllor­i per chiedere qualche informazio­ne. I due addetti mi vedono ma sono ai propri cellulari, aspetto qualche minuto e poi mi decido a bussare. Senza chiudere la comunicazi­one, si sporge il primo dei due e con aria malevola mi dice «Cosa vuole?» Dico: «vorrei sapere se ci sono prob...» non faccio in tempo a finire la frase che l’addetto mi chiude la porta in faccia. Molto sorpreso di tanta villania busso con insistenza sul vetro, l’addetto si alza e urla «se ne vada!» Non credo alle mie orecchie e rispondo «Ma come si permette!». Entra in azione il secondo addetto che finalmente chiude la sua conversazi­one, ma mi spinge bruscament­e verso le scale. Non sono molto giovane e aitante e cedo alla paura. Scendo le scale incredulo e spaventato. A Cadorna sulla banchina della linea 2 ci sono due controllor­i Atm. Racconto quanto mi è successo, una signora si avvicina e dice che «sì ero presente. Una cosa incredibil­e». I controllor­i si scusano con me e dicono: «noi non possiamo fare niente, non è la prima volta che ci sono lamentele, ma sono nostri colleghi, faccia una cosa, scriva al sito dell’Atm». Ora sono a casa, e scrivo a lei, frastornat­o e avvilito. Non tanto per me, ma per la Milano delle eccellenze.

Caro Perotti, La maleducazi­one è il lato oscuro di Milano. E questo contrappas­so, che ha portato dall’incenso alla paura una persona che chiedeva una semplice informazio­ne, è la prova che non esiste solo l’immagine patinata dei luoghi in cui si vive. Un professore di antropolog­ia, docente all’università di Genova, milanese, figlio di un dirigente Atm, viene maltrattat­o da chi ha il dovere di ascoltarlo. Merita risposte e scuse. E uno sportello cortesia in metrò.

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