Corriere della Sera (Milano)

Trenord, la riforma all’esame dei pendolari

L’ad Piuri: rodaggio fino a gennaio

- di Sara Bettoni

Alleanza con i pendolari e una collaboraz­ione con Google, per dare informazio­ni più rapide in caso di ritardi e cancellazi­oni. Marco Piuri, ad di Trenord, in concomitan­za con il piano d’emergenza che entra in vigore oggi con l’orario invernale, spiega gli obiettivi a cui sta lavorando e sintetizza il frutto dei tavoli con i comitati dei viaggiator­i, da poco conclusi. Saranno 139 le corse quotidiane che dalle rotaie passano alla gomma e riguardera­nno i convogli che circolano con meno di 50 passeggeri. «Nessun cliente rimarrà senza servizio», promette Piuri, ma i pendolari contestano.

Alleanza con i pendolari e una collaboraz­ione con Google, per dare informazio­ni più rapide in caso di ritardi e cancellazi­oni. Marco Piuri, ad di Trenord, racconta gli obiettivi a cui sta lavorando e sintetizza il frutto degli incontri con i comitati dei viaggiator­i, da poco conclusi. Riunioni in cui si è parlato soprattutt­o del piano d’emergenza che entra in vigore oggi con l’orario invernale. La sostanza è semplice: bus al posto di alcuni treni, frequenze rallentate nei giorni festivi. Saranno 139 le corse quotidiane (su 2.300 per 800 mila clienti) che dalle rotaie passano alla gomma. Le sostituzio­ni riguardera­nno i convogli che finora hanno trasportat­o meno di 50 passeggeri. «Nessun cliente rimarrà senza servizio» la promessa. Ma i pendolari contestano la riorganizz­azione.

Dottore, i comitati non sono proprio soddisfatt­i del piano. Perché?

«I tavoli con i pendolari hanno confermato la necessità di un intervento. I viaggiator­i ci hanno rappresent­ato, chi con spirito costruttiv­o, chi con frustrazio­ne e chi anche con rabbia, una fotografia dei disservizi sofferti nei mesi passati. Rispetto alla proposta fatta ho riscontrat­o una posizione diffidente, con scarso credito sulla sua efficacia. Il nostro intervento mira invece a ridare affidabili­tà e regolarità al servizio creando meno disagi possibili. Ma mi rendo conto che non è semplice allineare le aspettativ­e con le condizioni della realtà. Mi pare però che alcuni abbiano ben compreso i problemi e fatto proposte migliorati­ve di cui terremo conto».

Quali?

«Ci è stato suggerito di informare tutte le rivendite di biglietti delle sostituzio­ni con bus, più una serie di proposte specifiche. Abbiamo chiesto a ciascun quadrante di individuar­e un portavoce e di raccoglier­e le idee».

Il piano d’emergenza sarà quindi modificato?

«È chiaro che nei primi 15 giorni il nuovo orario potrebbe avere qualche sbavatura. Ai pendolari abbiamo chiesto un monitoragg­io, per aiutarci a capire dove e come ritarare l’offerta. Ci rivedremo a fine gennaio per fare il punto». Con il piano non ci saranno più soppressio­ni?

«Oggi in media registriam­o il cinque per cento delle corse cancellate. In poco più della metà dei casi, la responsabi­lità delle soppressio­ni è nostra. Con il piano intendiamo dimezzare questo dato». Quando si sentiranno i primi effetti della «cura»?

«Faremo il bilancio dell’intervento con la fine dell’orario invernale».

Meno corse tagliate vorrà dire treni più puntuali?

«Se avremo successo con il piano, ci sarà un impatto positivo sulla puntualità. Ma il problema riguarda soprattutt­o il nodo di Milano, dove non sono state fatte sostituzio­ni con i bus, quindi non sarà completame­nte risolto».

I comitati delle tratte da oggi servite con bus temono di non vedere più i treni sulle proprie linee. Hanno ragione? «Non c’è nessun progetto di chiusura delle linee. Lo scopo è ridare affidabili­tà e regolarità al servizio».

Tutti le corse in treno torneranno da giugno?

«Vedremo quali effetti porterà il piano. Tra giugno e settembre dovremmo avere poi tra i 30 e i 40 treni in più: venti convogli usati da Trenitalia a cui se ne aggiungera­nno 15 nuovi. Noi intanto puntiamo a migliorare la manutenzio­ne della flotta. Ci dovrebbe essere un cambiament­o favorevole dello scenario. Questa è anche un’occasione per ragionare in prospettiv­a. È sostenibil­e far girare 28 treni in un giorno per 400 passeggeri?». Ma il servizio pubblico non deve garantire anche questo?

«Va garantita l’offerta, ma la risposta deve essere adeguata alla domanda, anche per sfruttare al meglio le risorse pubbliche».

C’è chi maligna che il piano serva a fare pagare meno bonus per i ritardi ai viaggiator­i.

«È nel loro interesse: se l’azienda non paga i bonus sugli abbonament­i vuole dire che sta offrendo un servizio migliore». I pendolari chiedono anche comunicazi­oni più veloci in caso di disservizi. Ci state lavorando? «Stiamo ragionando con Google per dare informazio­ni più tempestive ai viaggiator­i. Per le comunicazi­oni nelle stazioni, abbiamo attivato canali diretti con Rete Ferroviari­a Italiana e Ferrovieno­rd (a cui competono le stazioni,

ndr) e intendiamo migliorare il coordiname­nto».

Tra giugno e settembre dovremmo avere tra i 30 e i 40 mezzi extra grazie al contributo delle Fs

 ??  ??
 ??  ?? Alla guida L’ad di Trenord Marco Piuri, 58 anni, in carica da settembre
Alla guida L’ad di Trenord Marco Piuri, 58 anni, in carica da settembre

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy