Il festival delle luci risveglia il paesino
Un «Bosco incantato» realizzato da 150 volontari: invasione di turisti a Leggiuno
Il «Bosco incantato» è tornato a brillare. Ieri Leggiuno si è trasformato nel regno del Natale. Il paesino in provincia di Varese, 3.600 abitanti, sarà illuminato fino all’Epifania da 500 mila led che ieri sera si sono accesi. Oltre 150 volontari per mesi hanno lavorato all’allestimento, stendendo i cavi e studiando sculture di luce. I visitatori per il maxi-festival del mini-paese l’anno scorso sono stati 140 mila.
LEGGIUNO (VARESE) Il vero miracolo non sono tanto le 500 mila lucine che ieri sera si sono accese al calar del sole. E neppure gli oltre 150 volontari che per mesi hanno lavorato all’allestimento, stendendo i cavi e realizzando renne, cerbiatti e persino i funghi, fatti di luce. La vera meraviglia sta in un numero: 140 mila. Sono le persone che l’anno scorso arrivarono a Leggiuno, paesino di 3.600 abitanti sul Lago Maggiore che dall’Immacolata all’Epifania si trasforma per diventare la capitale della luce e del Natale, obbligando intere famiglie a mettersi in coda per ammirare il «Bosco incantato».
Inventore di questa tradizione nata 19 anni fa è Lino Betti. Le prime luci le acquistò in Brasile, paese d’origine della moglie: spese 100 dollari per un fascio di lucine che vennero messe sulla casa di famiglia per le decorazioni natalizie. Era il 1999 e qualche anno dopo il parroco gli chiese: «Perché non le metti anche sull’oratorio?». Betti si fece prendere la mano e da quel giorno, ogni anno, la collezione si arricchì fino a toccare il mezzo milione di led.
«Mai visto tanta gente come quest’anno: alla serata inaugurale di ieri c’erano non meno di 8 mila persone» racconta Fabio Betti 32 anni, figlio dell’ideatore di questa manifestazione e che si occupa di marketing: abita a Milano ma all’arrivo dell’estate comincia a fare da spola con Leggiuno, località famosa per Santa Caterina del Sasso, eremo ricavato in una scogliera a picco sul lago. Ma a dicembre tutti gli occhi sono puntati sulle lucine. «Il lavoro comincia a giugno per la creazione di decorazioni e figure, che vengono collegate già a metà settembre, per continuare fino ai primi di dicembre.
Tutto grazie ad un affiatato gruppo di volontari che arrivano anche dai paesi vicini e gravitano attorno alla chiesa». Il ricavato di questa festa, dove ci si può scaldare con fuochi accesi all’aperto e vin brulé, viene devoluto alla parrocchia. Ma quanto costano 500 mila luci accese? «Poco, pochissimo — spiega Fabio Betti —. Vengono impiegate luci a basso consumo: stiamo parlando di 7 kilowatt, un costo di 3,5 euro l’ora, per sei ore al giorno. La cifra supera di poco i 600 euro al mese. Le voci di spesa importanti sono altre, come i bus navetta per il trasporto dei turisti, che fanno da collegamento coi parcheggi. Spendiamo poi molto anche per il plateatico e per i tanti permessi necessari».
Ma la soddisfazione alla fine viene ripagata dallo sguardo sgranato dei bambini e da quanti per la prima volta assistono allo spettacolo delle «lucine di Leggiuno». I visitatori giungono anche in pullman. Per la «prima» sul lago è arrivata una comitiva da Genova a bordo di numerosi caravan parcheggiati in un prato.Si fregano le mani i ristoratori della zona: alcuni hanno predisposto un apposito menù, altri si sono inventati il servizio pizza da asporto per chi vuole gustarsi una margherita di ritorno dal giro nel tunnel di luce.