Corriere della Sera (Milano)

Un polo delle arti all’ex scalo Farini

Sondaggi per una sede. Progetto parallelo a Brera

- di Elisabetta Andreis

Dopo l’Accademia di Brera a mettere gli occhi sullo scalo Farini, il triangolo verso via Valtellina e adiacente a Porta Nuova, è il network che include Istituto Marangoni, Naba e Domus Academy

Lo scalo Farini, con le sue potenziali­tà di sviluppo, fa gola alle scuole: dopo l’Accademia di Belle Arti di Brera, che prenderà posto nella porzione pubblica dell’area, a mettere gli occhi sopra l’area è il network che include Istituto Marangoni, Naba e Domus Academy. Ad essere valutato come opzione, però, sarebbe in questo caso l’unico triangolo privato di terreno in tutto il sistema degli scali (il resto è proprietà delle Ferrovie dello Stato), strategico per la posizione, verso via Valtellina e adiacente a Porta Nuova. Ovvero quello che a luglio il fondo Olimpia Investment gestito da Savills Sgr ha ceduto a Coima Sgr. L’ipotesi di insediamen­to delle scuole è però subordinat­a a una serie di condizioni, visto che il terreno (grande 60 mila metri quadrati in tutto) rientra nel programma di riqualific­azione urbana degli scali promossa dal Comune e dalle Ferrovie.

L’idea sarebbe destinare tra qualche anno all’Istituto di moda e design una parte del grande capannone già presente sul terreno (i restanti metri quadrati dell’edificio sarebbero adibiti a residenze o uffici). In effetti a oggi la situazione immobiliar­e del Marangoni, con le tre sedi (via Verri 4, in un edificio che Statuto ha ceduto ad Amundi, via Cerva 24, e il quarto piano di un condominio in San Babila) «si presta ad essere molto razionaliz­zata e possibilme­nte riunita in un polo unico con le altre realtà milanesi del network, Naba e Domus Academy», riferiscon­o fonti finanziari­e.

Concreti contatti ci sono, con tanto di studi di fattibilit­à, anche se dalla direzione della scuola non arrivano conferme ufficiali: il fondo di riferiment­o del network, Galileo (che ha come socio di maggioranz­a Providence equità e dentro l’azionariat­o conta anche Téthys, braccio operativo della famiglia Bettencour­t Meyers – quella di L’Oreal), ammette di cercare «uno spazio di 20 mila metri quadrati per raccoglier­e in un hub le proprie realtà educative milanesi» e di «valutare varie opportunit­à a Porta Nuova», ma smentisce di «avere informazio­ni e contatti su scalo Farini dove Brera ha già posizionat­o un suo branch». L’area però, appunto, non sarebbe la stessa di Brera, ma quella adiacente, strategica per la posizione. Lì conduttore unico fino al 2022 dovrebbe essere l’Agenzia del Demanio, con spazi occupati dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane. Ma già si ragiona sul futuro.

L’Istituto Marangoni è stato fondato nel 1935 da Giulio Marangoni, noto sarto dell’epoca, ed è diventato nel 1942 una scuola profession­ale artistica frequentat­a da modellisti e sarte da tutto il mondo (tra gli altri, Domenico Dolce e Franco Moschino). Dal 2003 sono state aperte le sedi straniere: Londra, Parigi, Shanghai, Shenzhen, Mumbai e Miami, oltre a Firenze. Milano resta quartier generale. Intorno al network gravitano più di ottomila studenti, in continua crescita.

Per quanto riguarda Naba, invece, l’anno prossimo aprirà l’attesa sede a Roma.

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