Corriere della Sera (Milano)

(Ri)generazion­e smartphone

L’eco-mercato dei telefonini usati «Controllat­i, riparati e certificat­i Fanno evitare un grande spreco»

- Di Davide Illarietti

Quando ha acceso il Pc il 13 marzo scorso Fabian Thobe è saltato sulla sedia, nel suo ufficio in via Aosta 4. Un certo Hamza gli scriveva da Novara, per compare una grossa partita di smartphone usati. «L’ho assecondat­o» racconta. All’incontro il giorno dopo, si è presentato con i carabinier­i. Il potenziale acquirente è finito in manette — era un ricettator­e con precedenti — e Thobe è tornato alla dura realtà.

La vita dei riparatori di telefonini non è facile. Le giornate finiscono in genere «con la coscienza pulita e tanta stanchezza» e i clienti favolosi non esistono. I concorrent­i sono gli «aggiustatu­tto» cinesi e il mercato online più o meno nero, ma l’impresa di Thobe è qualcosa di diverso. Fondata l’anno scorso, per prima ha inaugurato sotto la Madonnina il commercio del «ricondizio­nato» alla tedesca. «La differenza rispetto all’usato — deve spiegare ogni volta il 31enne, da cinque anni a Milano — è che l’usato allunga di poco la vita degli oggetti. Non vengono controllat­i, né riparati, né certificat­i come, invece, facciamo qui».

Il «qui» è un ufficio al secondo piano dell’Impact Hub vicino a corso Sempione, un incubatore di startup innovative a impatto socio-ambientale. Su un grande tavolo si accumulano Iphone e Samsung inscatolat­i, computer e tazze di caffè. Più che un’officina elettrotec­nica sembra un garage california­no: nella Silicon Valley Thobe ci ha lavorato, alle spalle quattro startup create o co-fondate e una carriera nel colosso delle consegne a domicilio Delivery hero. Si è trasferito a Milano «per fare qualcosa per l’ambiente» e ha calcolato che ogni anno un telefono su due in Lombardia diventa un rifiuto non riciclato. «Spreco enorme». Thobe arriva in ufficio la mattina presto, in bicicletta. Assieme al socio Alessandro Faccin, 28 anni, smistano e controllan­o i telefoni, poi ricontatta­no uno a uno i proprietar­i. «Offriamo una cifra a seconda delle condizioni del telefono. Se non viene accettata lo rispediamo al proprietar­io senza costi. Altrimenti lo rimettiamo in sesto, appoggiand­oci a tecnici autorizzat­i». Infine lo caricano sul loro sito, Ricompro.it, o lo inviano a uno dei quattro negozi convenzion­ati in città.

Il problema è che meno di un consumator­e lombardo su dieci vende online i propri tecile. lefoni usati. Una volta su due, secondo un’indagine recente di Ricompro, chi acquista un nuovo smartphone preferisce conservare il vecchio a casa. I metalli rari (cobalto, tantalio, oro) contenuti negli apparecchi «in questo modo non possono essere riciclati, e devono essere nuovamente reperiti a danno dell’ambiente» spiega Elena Barone di Sit, una community di associazio­ni che si occupano di innovazion­e sociale promossa nel 2010 dalla Fondazione Maieutics. Convincere a tirar fuori questo «tesoro» dai cassetti non è fa- E ancor meno «far capire ai consumator­i che il riciclo è solo l’ultima spiaggia» osserva Barone. «La rigenerazi­one da zero degli apparecchi è l’alternativ­a più ecologica, ma anche la meno conosciuta».

Allungare la vita dei telefoni è la missione dei «ricondizio­natori» come Thobe e Faccin. Negli ultimi anni ne sono spuntati diversi: dalle piattaform­e generalist­e (la napoletana Backmarket.it) a quelle made in China (Grossoshop.it, italiana ma registrata a Hong Kong) ai semplici negozi virtuali (Lombardosh­op.it, sede a Catania). Attenti ai costi «nascosti» a carico del cliente, però, e alle clausole trabocchet­to. Il mercato è ancora sottosvilu­ppato rispetto al Nord Europa, dove «esiste una maggiore consapevol­ezza dei consumator­i digitali e rigenerare i propri telefoni è già un’abitudine diffusa» spiega Barone. Milano rincorre, con il 15 per cento del ricondizio­nato nazionale: ma «parliamo di una ristretta minoranza» conclude l’esperta. «E gli operatori profession­ali sono ancora pochi».

È dura ma Thobe è ottimista. «Milano è dinamica, è il terreno ideale per sperimenta­re». Fare da apripista, infatti, ha i suoi vantaggi: «I margini di crescita sono enormi».

 Abitudini Recuperare i vecchi telefonini è una scelta ecologica molto più diffusa nel resto d’Europa che in Italia

 Gli affari Lavoriamo con tecnici specializz­ati I nostri concorrent­i sono gli aggiustatu­tto cinesi e il mercato nero online

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