Ambiente e trasparenza della filiera ittica Acquisti solidali direttamente dai pescatori
Mari e oceani sono in crisi perché la domanda crescente e le tecniche sempre più invasive stanno facendo diminuire il pesce a livello globale. Poche compagnie hanno in mano enormi pescherecci che lavorano su scala industriale, mentre i piccoli pescatori non vedono riconosciuto il loro lavoro. La maggior parte di noi, inoltre, sceglie sempre le stesse poche specie: tonno, salmone, orata e branzino; poi seppie, polpi, calamari e gamberi. In realtà i pescherecci catturano molti pesci che non hanno mercato e devono essere rigettati in mare, nella maggior parte dei casi ormai morti. Il cambiamento verso un modello di pesca «responsabile», secondo Greenpeace, deve iniziare dalla valorizzatori, zione dei pescatori artigianali, con il coinvolgimento dei consumatori più attenti alla tutela dell’ambiente e alla trasparenza della filiera. Il modello su cui puntare è quello di cooperative che mettano in contatto diretto i pescatori con i consumatori e i ristora- con iniziative come pescaturismo e vendita online.
Diversi gruppi d’acquisto solidale, tra cui il Gas Baggio, si stanno muovendo per creare collegamenti diretti. Nel frattempo, è necessario imparare a conoscere le specie nostrane meno sfruttate (come pagelli e sgombri); leggere le informazioni — zona di pesca, sistemi di cattura — sulle etichette del pesce, e cambiare pescivendolo se queste non sono disponibili.