Pop tra calcio e amore Lo «Scudetto» di Galeffi
Il cantautore di scena al Fabrique con i brani del nuovo disco «Scudetto»
Sulla copertina del suo album di debutto campeggia un pallone da calcio. Perché Marco Galeffi è romano, ma soprattutto romanista, non è un caso che il suo primo disco s’intitoli «Scudetto» e includa una traccia dedicata a Francesco Totti. «Prima di concentrarmi sulla musica sono stato un giornalista sportivo», racconta il cantautore, classe 1991, «ho collaborato con varie testate, ma mi pagavano una miseria, per arrotondare consegnavo pizze a domicilio». E suonava: «In alcune cover band», spiega, «facevamo pezzi dei Coldplay, degli Oasis, dei Beatles. A un certo punto, però, mi è venuta voglia di scrivere qualcosa di mio». Prima ha tentato con l’inglese, ma è stato il passaggio all’italiano a portargli fortuna, dandogli l’opportunità di pubblicare un album — lo«Scudetto» appunto — con Maciste Dischi, tra le etichette indipendenti più quotate del momento, la stessa di Canova e Gazzelle. Stasera, lui che fino a un anno fa aveva calcato solo piccoli palchi, lo presenterà al Fabrique. «Adesso mi sono abituato a cantare davanti a tante persone, ma all’inizio… Ricordo la prima data del tour al Monk di Roma, nel novembre 2017: nei giorni precedenti non riuscivo a dormire, l’ansia era enorme, mi maledicevo per essermi messo in quella situazione». Le sue sono canzoni squisitamente pop, che intrecciano pensieri romantici, melodie orecchiabili e versi semplici come slogan quali «baciamoci tutte le ore come fanno le lancette» («Occhiaie») e «colleziono mozziconi come fossero musei» («Polistirolo»). «Per suonare bene uno strumento serve costanza, io non ce l’ho, mi viene più naturale sedermi al pianoforte per scrivere un brano», dice Galeffi. «È come se avessi dei picchi d’ispirazione e coraggio, un po’ come il calciatore che “dorme” per tutta la partita, ma che a un tratto segna un gol decisivo». Nei suoi brani, anche nel recente singolo «Mai Natale», si sente molto l’influenza di Cesare Cremonini. «Nel pop è il numero uno, sono fiero di prendere spunto da lui, ma vorrei anche smarcarmi, mi spinge la curiosità di vedere dove posso arrivare con i mezzi», afferma il cantautore prima di confidare di avere già pronto qualche nuovo pezzo per il prossimo disco. Poi lancia un appello: «Nella musica come in tutti i settori chi è in età da pensione dovrebbe farsi da parte, specie se non ha più molto da dire», sostiene il 27enne, parte di una generazione che vive aspettative per il futuro completamente diverse. «Però sono ottimista, prima o poi arriverà un politico che vorrà risolvere questo problema. Intanto vivo alla giornata».