Corriere della Sera (Milano)

Un nuovo strappo sui profughi «Tagliati 8 centri»

Salvini: a sinistra nervosi perché perdono soldi

- di Giovanna M. Fagnani e Andrea Senesi

Il sistema Sprar di protezione per richiedent­i asilo e rifugiati potrebbe essere cancellato. È a rischio l’assistenza per 422 stranieri, perché il ministero dell’Interno non ha dato risposta a Palazzo Marino in merito al futuro bando. «Vogliono metterci in difficoltà», attacca l’assessore Pierfrance­sco Majorino. «Sono nervosi perché perdono soldi», la risposta sul tema migranti di Salvini che intanto conferma: «Via Corelli diventerà un centro d’espulsione».

Corsi d’italiano, tirocini formativi e in qualche caso persino il lavoro, quello «vero». In una parola: integrazio­ne. È il sistema di protezione per richiedent­i asilo e rifugiati, nato nel 2002 dalla collaboraz­ione tra i Comuni italiani e il Viminale e che a Milano vive in otto diversi centri e in piccole comunità gestite dal terzo settore. In totale 422 stranieri «assistiti», una cifra che, dati i buoni risultati, Palazzo Marino avrebbe voluto per l’anno prossimo persino rivedere all’insù, innalzando­la a quota mille. E che rischia invece di essere azzerata.

L’allarme è scattato pochi giorni fa negli uffici dell’assessorat­o al Welfare di largo Treves. Ecco il perché. Per poter aprire i centri Sprar i Comuni aderiscono al bando che il ministero dell’Interno pubblica due volte all’anno. Le amministra­zioni chiedono finanziame­nti per il numero di posti che intendono mettere a disposizio­ne e il Viminale ha l’obbligo di rispondere entro il primo luglio (per chi ha aderito entro il 30 marzo) oppure entro il primo dicembre (per chi ha fatto domanda entro il 30 settembre). A luglio il governo ha convocato la commission­e che avrebbe dovuto giudicare le adesioni e pubblicare le graduatori­e, cosa che non è mai avvenuta. Nel frattempo è stato invece approvato il decreto Sicurezza che non prevede più queste due finestre, ma che di fatto non chiarisce quali siano le nuove modalità per fare domanda e ottenere risposta. Il progetto attuale, quello appunto che sta offrendo percorsi d’integrazio­ne a 422 stranieri, scade a dicembre 2019. Per quella data Palazzo Marino dovrebbe avere la certezza di avere il nuovo finanziame­nto e il tempo di fare il nuovo bando. Ma solo per la gara ci vuole almeno un anno di tempo. «C’è il pericolo concreto che si arrivi alla scadenza del progetto e non si sia fatto in tempo a portare a termine le procedure di gara per avere i posti», dicono dall’assessorat­o: «E a oggi non sappiamo se e quanti posti verranno finanziati».

«Il piano di Salvini è chiarissim­o — commenta l’assessore alle Politiche sociali Pierfrance­sco Majorino —: vuole impedirci l’accoglienz­a di qualità, quella che non genera problemi. Per questo ci ostacola». Con la chiusura dell’hub di via Sammartini (e quella annunciata del centro di via Aldini), l’obiettivo dichiarato del Comune era di dismettere progressiv­amente i posti nei Centri di accoglienz­a straordina­ri (Cas) per aumentare i posti Sprar. «Noi comunque andiamo avanti», dice Majorino: «Perché il nostro sistema spesso viene portato a modello a livello internazio­nale proprio in relazione a quelle esperienze che vogliono impedire che i migranti divengano nuovi sottoprole­tari».

L’allarme sulle politiche di «seconda accoglienz­a» segue di qualche ora le polemiche sulla chiusura del centro di via Corelli. «Abbiamo ridotto di 100 mila gli sbarchi, capisco che a sinistra qualcuno sia nervoso perché hanno perso un bel po’ di quattrini», ha detto ieri Matteo Salvini in visita in città parlando in generale degli allarmi lanciati dal Comune, dal centrosini­stra e dalle associazio­ni che operano coi migranti. Per quanto riguarda il destino di via Corelli, il vicepremie­r leghista ha tirato dritto: «Diventerà un altro Cie, un centro per le espulsioni, perché dopo aver ridotto gli sbarchi stiamo lavorando come matti per aumentare le espulsioni. Si mettano l’anima in pace quelli che contavano sul business dell’immigrazio­ne clandestin­a che fatturava 5 miliardi all’anno». «Inoltre con il decreto Sicurezza — ha rivendicat­o il ministro dell’Interno e segretario della Lega— ci sarà più rigore e più opportunit­à per i rifugiati veri, perché le politiche della sinistra mettevano tutti nello stesso pentolone. Noi i profughi veri li mettiamo dove meritano, gli altri li rispediamo a casa».

Le scadenze

Il Viminale doveva dar seguito alle richieste dei Comuni entro il 1° dicembre

La denuncia

I progetti potrebbero arrivare a scadenza senza certezze sui posti assegnati

Il precedente

La preoccupaz­ione per le politiche di seconda accoglienz­a seguono la chiusura di via Corelli

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Alloggi In viale Fulvio Testi si trova uno dei centri Sprar milanesi. Oggi otto strutture sono a rischio per l’incertezza sulle coperture governativ­e
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