L’ambulanza dal 2015 ostaggio della burocrazia
Il mezzo acquistato da giovani della Barona. Trattativa con il Comune per la sede
Un’ambulanza costata 25 mila euro raccolti con donazioni dei cittadini ferma da tre anni in una strada ai bordi di periferia, viale Riccardo Crivelli 3. È l’immagine di come per tre giovani della Barona il sogno di fare volontariato si sia trasformato in un’odissea tra la burocrazia: manca una sede operativa e le trattative con il Comune di Milano si trascinano da anni.
Un’ambulanza costata 25 mila euro raccolti con donazioni dei cittadini ferma da tre anni in una strada ai bordi di periferia, viale Riccardo Crivelli 3. È l’immagine di come per tre giovani della Barona il sogno di fare volontariato si sia trasformato in una vera e propria odissea burocratica: «Dal 18 dicembre 2015 aspettiamo una sede dal Comune indispensabile per potere avviare l’attività di 118 — è il loro grido d’aiuto —. Ma non siamo ancora riusciti a ottenerla».
Alessio Cortiana, 26 anni, neolaureato in Politiche europee e Relazioni internazionali e pronto a iniziare un master alla Cattolica in Organizzazione delle aziende e dei servizi sociosanitari; Valentina Foschi, 25 anni, copywriter dello Iulm; e Alessandro Pecoraro, 26 anni, laureando in Giurisprudenza alla Cattolica: insieme guidano la onlus Pubblica Assistenza Milanese (P.as.mil). L’ambulanza l’hanno comperata all’asta di una vendita fallimentare dopo che l’associazione per la quale facevano volontariato — Croce La Samaritana — viene chiusa per uno scandalo giudiziario avvenuto nel 2013. Dopo le denunce partite dagli stessi soccorritori, il presidente Michele Albino Lepore finisce sotto inchiesta per peculato, accusato dalla Procura di Milano di aver utilizzato 600 mila e rotti euro di soldi pubblici a scopi familiari, come pagare l’asilo, andare in vacanza e comprarsi i giornali.
L’idea di Cortiana & Co: fare ritornare l’ambulanza in strada per aiutare il proprio quartiere. Nulla di più difficile.
Il racconto al Corriere è tutto d’un fiato: «I contatti con il Comune di Milano iniziano subito e più volte la soluzione appare a un passo — spiega Cortiana, figlio del già senatore dei Verdi Fiorello —. Nel dicembre 2017, con l’allora assessore alla Sicurezza Carmela Rozza (dal 4 marzo 2018 eletta in Regione, ndr), vengono individuati come ipotetica sede gli uffici del comando di zona della Polizia locale di viale Legioni Romane 54. Siamo pronti a trasferirci lì, ma le chiavi non ci vengono mai date per motivi che ci restano incomprensibili. Di mese in mese la situazione si trascina».
Il problema principale è il contratto da sottoscrivere tra P.as.mil. e il Comune per l’assegnazione degli spazi pubblici: è possibile procedere con un affidamento diretto oppure è necessario un bando di gara per non fare ipotetici favoritismi rispetto ad altre onlus? Nel dubbio non viene fatto nulla: né l’assegnazione diretta né il bando di gara.
Il posteggio provvisorio concesso dalla Polizia locale in viale Riccardo Crivelli 3 con il tempo diventa definitivo ma non ufficiale: l’ambulanza non può accendere il motore perché per trasportare i malati dev’essere ovviamente collegata a una vera sede operativa che vuole dire locali destinati alla sosta/riposo dell’equipaggio, uno spazio ristoro, armadi per il deposito del materiale, spogliatoi, toilette, ecc.
La call to action partita nel 2015 lungo il Naviglio Grande per raccogliere i fondi necessari all’acquisto dell’ambulanza vede mobilitarsi, per dire, anche la famiglia dell’economista Marco Vitale. «Un’azienda farmaceutica si rende disponibile a regalare una percentuale importante della somma necessaria a coprire l’acquisto». Tutti sforzi inutili andati a sbattere contro l’indecisione della pubblica amministrazione. Il tempo passa senza portare soluzioni, nonostante innumerevoli appelli anche da parte della Federazione che riunisce le associazioni di pronto soccorso. Una sollecitazione a dare informazioni certe a P.as.mil arriva lo scorso maggio perfino dalla Prefettura di Milano.
È di poche settimane fa un vertice sull’argomento in Comune a Milano con il coinvolgimento anche dell’assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo. La soluzione prospettata è un bando di gara a stretto giro. Sarà la volta buona? I giovani della Barona lanciano un’occhiata all’ambulanza ferma in strada: «È lì a marcire da troppo tempo — dicono amaramente —. Urge una risposta».
L’aiuto economico
Il costo di 25 mila euro sostenuto con offerte dei cittadini e di una azienda farmaceutica