Bonisoli agita i Navigli: riaprirli sciocchezza totale
Palazzo Marino replica: non sa di cosa parla
«Riaprire i Navigli è una sciocchezza totale». Parola del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli. «A cosa servono? Onestamente non vedo la ragione per farlo. Io non abito neppure a Milano ed è un’opinione personale, ma quello che auspico è che il Comune faccia un bel referendum così chiede ai cittadini milanesi cosa ne pensano», ha detto il ministro pentastellato a margine di un incontro pubblico in città. Gli assessori replicano: «Il ministro non sa di cosa parla».
«Riaprire i Navigli è una sciocchezza totale». Parola del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli. «A cosa servono? Onestamente non vedo la ragione per farlo. Io non abito neppure a Milano ed è un’opinione personale, ma quello che auspico è che il Comune faccia un bel referendum così chiede ai cittadini milanesi cosa ne pensano», scolpisce poi il ministro pentastellato a margine di un incontro pubblico in città.
«Una sciocchezza totale». Un’espressione che richiama alla memoria quella, celeberrima, del ragionier Fantozzi davanti all’ennesima proiezione della corazzata Potëmkin. Ma gli assessori della giunta Sala ribattono a muso duro all’esternazione del ministro insistendo più sulla questione di metodo che sul giudizio di merito. Primo tra tutti, Lorenzo Lipparini, titolare delle deleghe alla Partecipazione: «Il ministro non sa di cosa parla. Il progetto di riapertura dei Navigli è stato oggetto di un referendum nel 2011, con più di mezzo milione di milanesi che si espresse favorevolmente; è stato poi ampiamente discusso durante l’ultima campagna elettorale e sottoposto infine a un dibattito pubblico che ha coinvolto tutta la città. Un percorso di condivisione che non ha eguali oggi in Italia». Quanto all’inutilità dell’opera, Lipparini replica con altrettanta nettezza: «Non si tratta di un’operazione nostalgia ma di un progetto che modifica radicalmente il paesaggio urbano e migliorerà la qualità della vita dei cittadini».
Del tutto analogo il commento dell’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran: «Il ministro Bonisoli, con parole grossolane e disinformate, dice no alla riapertura dei Navigli. Non mi sorprende. Lega e 5 Stelle rappresentano un governo che ad oggi sa dire solo dei no a Milano e più in generale ogni volta che c’è da fare un investimento che non sia assistenzialismo. No Navigli, no soldi per le Olimpiadi. Il giorno in cui inizieranno a dire dei sì non sarà male». Infine, Marco Granelli, titolare dell’ambiente, ribadisce con altre parole il concetto espresso dai colleghi: «Noi crediamo che il progetto Navigli serva a Milano per valorizzare un tesoro della sua storia, l’acqua; e per valorizzare gli spazi della città come abbiamo fatto in Darsena, per essere competitivi nel turismo con altre città. Il progetto è stato posto in discussione fra la gente per due mesi e abbiamo raccolto osservazioni importanti. Noi siamo per il si al cambiamento, allo sviluppo, alle opportunità. Che il governo, se vuole aiutare Milano, metta i soldi per la metropolitana, e risponda alle richieste di sviluppo di un territorio, e non venga qui sempre a dire i no».
Tutti schierati in difesa del progetto Navigli contro l’affondo del ministro grillino. Il disegno della giunta prevede una parziale riapertura degli antichi canali in cinque punti diversi, col via ai lavori fissato nel 2020 e con la consegna dei tratti d’acqua riaperti nel 2022. La sfida ora è (anche) contro il tempo. Perché il documento finale che dovrà tenere conto delle osservazioni arrivate dai residenti, dai comitati di quartiere, dagli operatori e dalle associazioni sarà pronto solo dopo l’Epifania. Novanta osservazioni da valutare, almeno metà delle quali da recepire integralmente o parzialmente. L’obiettivo è quello d’inserire ora il progetto nel piano triennale delle opere pubbliche e una parte dei 150 milioni di euro previsti in questa sessione di bilancio. Realisticamente non è però da escludere che si decida di scaglionare il via ai lavori, suddividendo in diverse tranche il piano di scoperchiamento dei due chilometri e dei cinque spezzoni di canali.