Corriere della Sera (Milano)

Botte all’amico Arrestati i bulli

Coppia di diciassett­enni accusati di rapina. Chiamate da tutta la provincia al numero contro i soprusi

- di Andrea Camurani

Due diciassett­enni della provincia di Varese arrestati con l’accusa di aver malmenato e sottratto dieci euro a un coetaneo in centro a Gallarate. Per gli inquirenti si tratta di bullismo.

VARESE Gli atti finiti alla Procura per i minorenni di Milano parlano di «rapina», perché due diciassett­enni sono stati arrestati con l’accusa di aver malmenato e sottratto dieci euro a un coetaneo in centro a Gallarate. Ma tra le righe si legge un’altra parola: bullismo.

I tre ragazzini hanno la stessa età, si conoscono, sono tutti studenti. In questo ambito sono maturati i fatti dopo che la stessa vittima, in piena notte, ha chiamato il 112: «Mi hanno rapinato». Agli agenti il ragazzo aveva riferito di essere stato preso a calci e pugni dai due che gli avevano dapprima strappato gli occhiali da vista e poi avevano preteso soldi per la restituzio­ne. Gli agenti delle volanti non hanno impiegato molto a rintraccia­re gli aggressori, anche per via delle visibili ferite che avevano alle mani, segno del pestaggio avvenuto da poco: dopo l’arresto i ragazzi sono stati portati al carcere Beccaria di Milano. Il giudice ha disposto per loro l’affidament­o in due distinte comunità di recupero.

Un territorio, quello della provincia di Varese, già finito al centro della cronaca per altre vicende che hanno a che fare con la violenza giovanile. Non a caso, proprio qui, è stato da poco istituito da Confconsum­atori uno sportello telefonico anti-bullismo. Si tratta di una linea attiva dal lunedì al venerdì e dalle 13 alle 18 (0332-281712) nata apposta per fornire supporto psicologic­o e legale a chi è vittima di soprusi. «I recenti arresti di quattro adolescent­i per le torture nei box ai danni di un coetaneo hanno lasciato il segno nella comunità a tal punto che abbiamo deciso di fare un’azione concreta per affrontare questo problema», spiega Mariella Meucci, alla guida dell’associazio­ne, un migliaio di iscritti in provincia. Ma chi risponde al telefono? «Un team di psicologi e avvocati che da tempo collaboran­o con noi. In questi giorni è avvenuto un incontro col dirigente scolastico dell’istituto frequentat­o dalla vittima del grave caso del mese scorso ma anche da alcuni dei suoi coetanei arrestati: vogliamo coinvolger­e nel progetto anche le scuole». Le prime telefonate in questi giorni sono arrivate sia da Varese sia dalla provincia e testimonia­no che il problema c’è e va affrontato: «Richieste di giovanissi­mi, come di genitori che chiedono consigli».

Psicologi e avvocati

Un team di specialist­i si attiva dopo le richieste d’aiuto. Meucci: il caso del ragazzo seviziato nel box ci ha scosso e vogliamo dare una mano

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