Botte all’amico Arrestati i bulli
Coppia di diciassettenni accusati di rapina. Chiamate da tutta la provincia al numero contro i soprusi
Due diciassettenni della provincia di Varese arrestati con l’accusa di aver malmenato e sottratto dieci euro a un coetaneo in centro a Gallarate. Per gli inquirenti si tratta di bullismo.
VARESE Gli atti finiti alla Procura per i minorenni di Milano parlano di «rapina», perché due diciassettenni sono stati arrestati con l’accusa di aver malmenato e sottratto dieci euro a un coetaneo in centro a Gallarate. Ma tra le righe si legge un’altra parola: bullismo.
I tre ragazzini hanno la stessa età, si conoscono, sono tutti studenti. In questo ambito sono maturati i fatti dopo che la stessa vittima, in piena notte, ha chiamato il 112: «Mi hanno rapinato». Agli agenti il ragazzo aveva riferito di essere stato preso a calci e pugni dai due che gli avevano dapprima strappato gli occhiali da vista e poi avevano preteso soldi per la restituzione. Gli agenti delle volanti non hanno impiegato molto a rintracciare gli aggressori, anche per via delle visibili ferite che avevano alle mani, segno del pestaggio avvenuto da poco: dopo l’arresto i ragazzi sono stati portati al carcere Beccaria di Milano. Il giudice ha disposto per loro l’affidamento in due distinte comunità di recupero.
Un territorio, quello della provincia di Varese, già finito al centro della cronaca per altre vicende che hanno a che fare con la violenza giovanile. Non a caso, proprio qui, è stato da poco istituito da Confconsumatori uno sportello telefonico anti-bullismo. Si tratta di una linea attiva dal lunedì al venerdì e dalle 13 alle 18 (0332-281712) nata apposta per fornire supporto psicologico e legale a chi è vittima di soprusi. «I recenti arresti di quattro adolescenti per le torture nei box ai danni di un coetaneo hanno lasciato il segno nella comunità a tal punto che abbiamo deciso di fare un’azione concreta per affrontare questo problema», spiega Mariella Meucci, alla guida dell’associazione, un migliaio di iscritti in provincia. Ma chi risponde al telefono? «Un team di psicologi e avvocati che da tempo collaborano con noi. In questi giorni è avvenuto un incontro col dirigente scolastico dell’istituto frequentato dalla vittima del grave caso del mese scorso ma anche da alcuni dei suoi coetanei arrestati: vogliamo coinvolgere nel progetto anche le scuole». Le prime telefonate in questi giorni sono arrivate sia da Varese sia dalla provincia e testimoniano che il problema c’è e va affrontato: «Richieste di giovanissimi, come di genitori che chiedono consigli».
Psicologi e avvocati
Un team di specialisti si attiva dopo le richieste d’aiuto. Meucci: il caso del ragazzo seviziato nel box ci ha scosso e vogliamo dare una mano