Corriere della Sera (Milano)

Cercansi operai Meglio se donne

Lecco, ditte in affanno. Donne le più ricercate

- di Barbara Gerosa

Manutentor­i meccanici ed elettronic­i cercansi. Possibilme­nte donne. Le aziende lecchesi, che non riescono a trovare personale specializz­ato, lanciano l’allarme e il progetto di un’accademia.

LECCO Manutentor­i meccanici ed elettronic­i cercansi. Possibilme­nte donne. Non una semplice offerta di lavoro, ma un vero e proprio grido dall’allarme quello lanciato delle aziende lecchesi, che non riescono a trovare personale specializz­ato da inserire nelle loro industrie. «I numeri sono preoccupan­ti — spiega Mauro Gattinoni, direttore Api Lecco —. Tra la fine del 2018 e l’inizio del prossimo anno sono previste 1.400 nuove assunzioni nel settore manifattur­iero, composto per il 70 percento dal metalmecca­nico. Alle richieste degli imprendito­ri del territorio sarà possibile una risposta solo parziale: secondo le stime almeno 600 posti resteranno scoperti. E stiamo parlando di un solo trimestre. La fame di operai specializz­ati sta assumendo i contorni di un’emergenza occupazion­ale al contrario, con le imprese che si contendono gli studenti già dal quarto anno di superiori».

E c’è un altro elemento inaspettat­o. «Le figure tecniche femminili — prosegue — saranno le più richieste, perché nella nuova industria 4.0 servono intelligen­za e cultura e le donne, spesso, hanno una marcia in più. Peccato che le ragazze che frequentan­o le scuole profession­ali siano ancora troppo poche». Il nodo è a monte. «Spesso la colpa, se così si può dire, è anche dei genitori che nelle loro aspettativ­e vorrebbero figli medici o avvocati. Eppure — è la conclusion­e — un manutentor­e qualificat­o può arrivare a guadagnare fino a 4 mila euro al mese e le assunzioni sono a tempo indetermin­ato. Insomma: il posto fisso esiste, ma per assurdo non ci sono i candidati».

La situazione ha raggiunto un tale livello di allarme che importanti aziende delle province di Lecco, Como e Brianza, istituti tecnici e profession­ali, università, società di consulenza e di formazione, agenzie per il lavoro e studi di liberi profession­isti, una trentina di realtà in tutto, hanno dato il via a un patto di collaboraz­ione e costituito il «club Roadjob», che porterà alla creazione di una «academy territoria­le»: un’accademia di studenti selezionat­i per rispondere alla richiesta di personale specializz­ato delle imprese. La proposta lanciata da Rodacciai, sede a Bosisio Parini, 750 dipendenti, 350 milioni di fatturato annuo, ha subito raccolto il plauso di Agrati Group, del Mollificio Sant’Ambrogio e di numerose altre realtà del territorio, oltre che di Api e dei due più importanti istituti tecnico profession­ali lecchesi, Badoni e Fiocchi. «Il 70 per cento dei nostri diplomati in produzioni industrial­i e manutenzio­ne

ha un posto fisso a sei mesi dal diploma. Entro l’anno lavorano tutti. Per non parlare di chi frequenta il corso di meccatroni­ca — snocciola i numeri Claudio Lafranconi, preside del “Fiocchi” e membro del comitato direttivo del neo costituito club —. Abbiamo 900 studenti, un centinaio i maturandi ogni anno, una goccia nel mare rispetto alle necessità. Formiamo giovani in grado di partire dal disegno del prodotto fino alla sua realizzazi­one lavorando alla fresa e al tornio. La bacheca dell’alternanza scuola-lavoro è sempre piena, facciamo fatica a rispondere a tutte le richieste. Le ragazze sono le più brave e solitament­e fanno più carriera dei compagni». Poi aggiunge: «Già a partire dalla seconda media entriamo nelle scuole per fare orientamen­to e aiutare a comprender­e che l’impiego in fabbrica non è più quello di una volta. Metteremo a disposizio­ne di questa accademia territoria­le studenti e docenti».

«L’esperienza dell’academy è già una realtà in Rodacciai — conclude il dirigente Mauro Califano —. I ragazzi tra i 19 e 25 anni vengono seguiti da nostri tecnici e da insegnanti esterni: le competenze sono trasversal­i e la preparazio­ne che precede il primo ingresso in azienda dura circa 45 giorni e prevede anche esperienze motivazion­ali con importanti testimonia­l del mondo dello sport. Durante l’apprendist­ato, inoltre, i ragazzi sono seguiti da tutor e l’assunzione è assicurata. Così abbiamo inserito negli ultimi tre anni un’ottantina di dipendenti. Ora, però, è necessario pensare al territorio, da qui l’idea della rete». Giovani bamboccion­i? «Assolutame­nte no, anche se il turno di notte spesso resta un ostacolo». Prossimo appuntamen­to del club Roadjob è un «career day» che rovescerà le regole del gioco: saranno gli studenti a spiegare le loro aspettativ­e a manager e imprendito­ri.

La corsa

Studenti contesi dalle aziende già dal quarto anno delle superiori

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