Cercansi operai Meglio se donne
Lecco, ditte in affanno. Donne le più ricercate
Manutentori meccanici ed elettronici cercansi. Possibilmente donne. Le aziende lecchesi, che non riescono a trovare personale specializzato, lanciano l’allarme e il progetto di un’accademia.
LECCO Manutentori meccanici ed elettronici cercansi. Possibilmente donne. Non una semplice offerta di lavoro, ma un vero e proprio grido dall’allarme quello lanciato delle aziende lecchesi, che non riescono a trovare personale specializzato da inserire nelle loro industrie. «I numeri sono preoccupanti — spiega Mauro Gattinoni, direttore Api Lecco —. Tra la fine del 2018 e l’inizio del prossimo anno sono previste 1.400 nuove assunzioni nel settore manifatturiero, composto per il 70 percento dal metalmeccanico. Alle richieste degli imprenditori del territorio sarà possibile una risposta solo parziale: secondo le stime almeno 600 posti resteranno scoperti. E stiamo parlando di un solo trimestre. La fame di operai specializzati sta assumendo i contorni di un’emergenza occupazionale al contrario, con le imprese che si contendono gli studenti già dal quarto anno di superiori».
E c’è un altro elemento inaspettato. «Le figure tecniche femminili — prosegue — saranno le più richieste, perché nella nuova industria 4.0 servono intelligenza e cultura e le donne, spesso, hanno una marcia in più. Peccato che le ragazze che frequentano le scuole professionali siano ancora troppo poche». Il nodo è a monte. «Spesso la colpa, se così si può dire, è anche dei genitori che nelle loro aspettative vorrebbero figli medici o avvocati. Eppure — è la conclusione — un manutentore qualificato può arrivare a guadagnare fino a 4 mila euro al mese e le assunzioni sono a tempo indeterminato. Insomma: il posto fisso esiste, ma per assurdo non ci sono i candidati».
La situazione ha raggiunto un tale livello di allarme che importanti aziende delle province di Lecco, Como e Brianza, istituti tecnici e professionali, università, società di consulenza e di formazione, agenzie per il lavoro e studi di liberi professionisti, una trentina di realtà in tutto, hanno dato il via a un patto di collaborazione e costituito il «club Roadjob», che porterà alla creazione di una «academy territoriale»: un’accademia di studenti selezionati per rispondere alla richiesta di personale specializzato delle imprese. La proposta lanciata da Rodacciai, sede a Bosisio Parini, 750 dipendenti, 350 milioni di fatturato annuo, ha subito raccolto il plauso di Agrati Group, del Mollificio Sant’Ambrogio e di numerose altre realtà del territorio, oltre che di Api e dei due più importanti istituti tecnico professionali lecchesi, Badoni e Fiocchi. «Il 70 per cento dei nostri diplomati in produzioni industriali e manutenzione
ha un posto fisso a sei mesi dal diploma. Entro l’anno lavorano tutti. Per non parlare di chi frequenta il corso di meccatronica — snocciola i numeri Claudio Lafranconi, preside del “Fiocchi” e membro del comitato direttivo del neo costituito club —. Abbiamo 900 studenti, un centinaio i maturandi ogni anno, una goccia nel mare rispetto alle necessità. Formiamo giovani in grado di partire dal disegno del prodotto fino alla sua realizzazione lavorando alla fresa e al tornio. La bacheca dell’alternanza scuola-lavoro è sempre piena, facciamo fatica a rispondere a tutte le richieste. Le ragazze sono le più brave e solitamente fanno più carriera dei compagni». Poi aggiunge: «Già a partire dalla seconda media entriamo nelle scuole per fare orientamento e aiutare a comprendere che l’impiego in fabbrica non è più quello di una volta. Metteremo a disposizione di questa accademia territoriale studenti e docenti».
«L’esperienza dell’academy è già una realtà in Rodacciai — conclude il dirigente Mauro Califano —. I ragazzi tra i 19 e 25 anni vengono seguiti da nostri tecnici e da insegnanti esterni: le competenze sono trasversali e la preparazione che precede il primo ingresso in azienda dura circa 45 giorni e prevede anche esperienze motivazionali con importanti testimonial del mondo dello sport. Durante l’apprendistato, inoltre, i ragazzi sono seguiti da tutor e l’assunzione è assicurata. Così abbiamo inserito negli ultimi tre anni un’ottantina di dipendenti. Ora, però, è necessario pensare al territorio, da qui l’idea della rete». Giovani bamboccioni? «Assolutamente no, anche se il turno di notte spesso resta un ostacolo». Prossimo appuntamento del club Roadjob è un «career day» che rovescerà le regole del gioco: saranno gli studenti a spiegare le loro aspettative a manager e imprenditori.
La corsa
Studenti contesi dalle aziende già dal quarto anno delle superiori