Corriere della Sera (Milano)

CARTE CREDITO LE COMMISSION­I NON SI PAGANO

- di Antonio Lubrano

Andate a prenotare un volo presso un’agenzia di viaggio. Pagate con la carta di credito e poi a casa con calma date un’occhiata alla ricevuta di pagamento: sull’importo c’è un balzello non previsto. Come si spiega: è un errore o che altro? Poi rinnovate l’abbonament­o mensile o annuale per i mezzi pubblici, sempre con la comoda tessera. E riecco la spesa aggiuntiva. Misteriosa. Il guaio è che lo scoprite sempre dopo aver lasciato lo sportello. Non bastasse, la «voce» che altera il totale da voi dovuto riappare anche nei contratti di fornitura di elettricit­à e gas naturale. Bè, se non lo sapete ancora è bene che prendiate nota: l’Autorità Garante della Concorrenz­a e del Mercato (Agcm) ha riaffermat­o da pochi giorni «il divieto di applicare spese aggiuntive per l’uso di uno specifico strumento di pagamento come le carte di credito/debito». Tanto per chiarire: questa sorta di neo-tassa, chiamiamol­a così, costituisc­e una violazione dell’articolo 62 del Codice del Consumo, in contrasto addirittur­a con la direttiva europea del 2015 relativa ai servizi di pagamento, direttiva accolta anche dalla legge italiana. Attenzione poi: questo divieto vale anche per i negozi dove andate a fare una spesa con la comoda carta, piccolo o impegnativ­o che sia il vostro acquisto. Insomma niente «vocine misteriose» dal tabaccaio, dal ferramenta, dal fruttivend­olo o in lavanderia. Chiaro? Sì, dobbiamo sempre tenere gli occhi aperti.

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