CARTE CREDITO LE COMMISSIONI NON SI PAGANO
Andate a prenotare un volo presso un’agenzia di viaggio. Pagate con la carta di credito e poi a casa con calma date un’occhiata alla ricevuta di pagamento: sull’importo c’è un balzello non previsto. Come si spiega: è un errore o che altro? Poi rinnovate l’abbonamento mensile o annuale per i mezzi pubblici, sempre con la comoda tessera. E riecco la spesa aggiuntiva. Misteriosa. Il guaio è che lo scoprite sempre dopo aver lasciato lo sportello. Non bastasse, la «voce» che altera il totale da voi dovuto riappare anche nei contratti di fornitura di elettricità e gas naturale. Bè, se non lo sapete ancora è bene che prendiate nota: l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha riaffermato da pochi giorni «il divieto di applicare spese aggiuntive per l’uso di uno specifico strumento di pagamento come le carte di credito/debito». Tanto per chiarire: questa sorta di neo-tassa, chiamiamola così, costituisce una violazione dell’articolo 62 del Codice del Consumo, in contrasto addirittura con la direttiva europea del 2015 relativa ai servizi di pagamento, direttiva accolta anche dalla legge italiana. Attenzione poi: questo divieto vale anche per i negozi dove andate a fare una spesa con la comoda carta, piccolo o impegnativo che sia il vostro acquisto. Insomma niente «vocine misteriose» dal tabaccaio, dal ferramenta, dal fruttivendolo o in lavanderia. Chiaro? Sì, dobbiamo sempre tenere gli occhi aperti.