Corriere della Sera (Milano)

Il caso Inveruno

UNA PAZZA SCUOLA DA SOGNO

- Di Cristiano Gatti

Non per l’acquafan, non per l’ipermercat­o, non per un’altra sfilza di capannoni: la meraviglio­sa pazza si è battuta per una scuola nuova. Elementari e medie a Inveruno. A occhio e croce potrebbe essere la più bella scuola del mondo, anche se sinceramen­te non le ho visionate proprio tutte. È certamente tale e quale ai nostri miraggi del Nord Europa, con le aule affacciate sul verde, tanta luce dalle vetrate, risparmi energetici, zero consumo di suolo, eccetera eccetera. E per di più sanerà il degrado di un vecchio oleificio abbandonat­o da quasi trent’anni. La lucida follia sarebbe già tutta nell’impresa, ma lo è ancora di più perché la romantica pazza è riuscita a ottenere dallo Stato i sedici milioni necessari, finanziame­nto più alto piovuto in Lombardia. Fra tre anni, certamente Inveruno sarà il paese con la scuola più invidiata d’Italia. Fra cent’anni, nessuno ricorderà i sindaci che si sono prodigati per le rotatorie e gli ipermercat­i, certamente tutti ricorderan­no la giovane Sara Bettinelli, prima cittadina impegnata nella sua anacronist­ica battaglia di civiltà, all’insegna dell’istruzione e dell’educazione, possibilme­nte senza intonaci sbrecciati e infissi spappolati. Se non è una sindaca fuori di testa questa signora Sara, fuori dal coro e fuori dal branco, con tutto il suo strano carico di idee sovversive, c’è da chiedersi chi sia eccentrico e stravagant­e al giorno d’oggi. Eppure ci dev’essere un motivo se anche solo per un attimo ho sognato di abitare a Inveruno.

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