Corriere della Sera (Milano)

Le Coppe amare di Teo e Michele

- di Monica Colombo e Franco Fiocchini

Le due milanesi arrivano a Natale reduci dalle delusioni di coppa. I tifosi (e comici) Michele Mozzati per l’Inter e Teo Teocoli per il Milan raccontano delusioni e speranze.

«Per quantosso in Europa League con l’Olympiakos, il Milan al momento non va da nessuna parte». Teo Teocoli, pur avendo fatto outing da tempo sul tifo rossonero è apprezzato in maniera bipartisan dai milanesi («i milanisti mi vogliono bene per le imitazioni di Galliani e Cesare Maldini ma pure gli interisti per Peppino Prisco»). Sotto la Madonnina va in onda il kolossal «Natale fuori dalle coppe» ma il comico, amareggiat­o dal momento storico che sta vivendo il club, non ha il coraggio di infierire. «Se dovessi scegliere uno slogan direi piuttosto “Il Natale è passato”. Non sono arrivati regali e nemmeno arriverann­o».

Un giocatore a cui ispirarsi per un’imitazione?

«Zapata: ogni tanto si sdraia sull’erba e dorme cinque minuti».

Le piace Gattuso?

«Ha detto che in Grecia il Milan ha creato otto palle gol, ma forse ha contato anche i fraseggi. Rino è troppo pessimista, piange, si butta la croce addosso. Continua a ripetere che deve imparare, ma non lo può sostenere un tecnico che siede sulla panchina così gloriosa. Gli voglio bene ma forse gli è stato assegnato un compito troppo grande. Posso dirlo? Io vorrei Conte».

Higuain l’ha delusa?

«Leggo che il suo riscatto è in dubbio. Non trattenere il Pipita sarebbe

una stupidaggi­ne pazzesca. È uno dei pochi campioni in rosa, perché gli altri sono solo buoni giocatori». Sperava nell’arrivo gennaio di Ibrahimovi­c?

«Mah, non ci ho mai fatto troppo affidament­o. Ibra è uno zingaro, va dove lo portano il cuore e soprattutt­o il portafogli. Mi auguro che non ritorni Pato, sarebbe una minestra riscaldata. Con Zlatan ci saremmo qualificat­i sicurament­e alla Champions».

Come vede il futuro?

«Non si può arrivare ogni anno a 20 punti. Le grandi città devono avere grandi squadre che generano indotto, richiamand­o gente e interessi. Elliott ha preso il Milan per rilanciarl­o e poi rivenderlo, guadagnand­oci sopra. Se ci molla siamo punto e a capo».

Quindi?

«Ci vorrebbe un altro Berlusconi. Io ho avuto due Milan nel cuore: quello di Rivera e quello del Cavaliere. Milano ha bisogno di gente che spende». Non le sembra di essere troppo sfiduciato?

«Non vedo la luce in fondo al tunnel: bisogna rifondare la squadra con un paio di campioni e tanti giovani. Piuttosto mi chiedo: anche qualora si arrivasse in Champions, poi c’è un programma di rilancio?».

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