Corriere della Sera (Milano)

Natale al ristorante

Esotico, tradiziona­le, fantasioso: qualche spunto per festeggiar­e Pronto in tavola

- Roberta Schira

Quest’anno più che mai, per il pranzo di Natale vince la tradizione: abbiamo bisogno di sapori rassicuran­ti, ma con un pizzico di immaginazi­one. Il pranzo fuori casa può costare da 50 a 200 euro e oltre, ciò che fa la vera differenza è la scelta del vino. La voglia di Sicilia si cura alla Boatta, con rispettivi aneletti al ragù, caponata e brindisi finale con Passito di Pantelleri­a a 50 euro. Enrico Bartolini, del Mudec, ripropone la classica insalata russa, ma la farà di astice, e ai tortellini in brodo di gallina aggiunge le castagne (160 euro). Si fa strada la tendenza a festeggiar­e la sera della Vigilia, come usa al sud. A un prezzo interessan­te — 85 euro per 6 portate, tutto incluso — Vigilia, Natale e Capodanno sono l’occasione per visitare Identità Golose Milano, aperto da pochi mesi nell’ex archivio Feltrinell­i di via Romagnosi. L’idea è unica in Italia: un cuoco fisso e stellato (il milanese Andrea Ribaldone) e a rotazione chef ospiti dall’Italia o dal mondo, che cucinano a prezzo democratic­o per due o tre sere.

Le mura quattrocen­tesche della Cascina Ovi di Segrate possono fare da sfondo al pranzo natalizio. La sala principale è spaziosa, con cucina a vista e una scelta interessan­te dalla cantina, lo stile è regionale con citazioni cagliarita­ne. Il menu a 55 euro prevede, tra altro, porcino all’occhio di bue e fonduta di grana di pecora; a seguire, raviolo con ricotta, limone e bietole con burro della Normandia montato alle erbe aromatiche, salvia sclarea e polvere di agrumi. La vigilia si può passare in trasferta al ristorante Dina di Gussago, per assaggiare le creazioni del cuoco che ha più stupito i gourmet nel 2018. Accostamen­ti audaci, nati dalla sfrenata mente di Alberto Gipponi. Il menu inizia con una «Minestrina sporca», ispirata a un antico piatto bresciano, dove la solita minestrina viene «contaminat­a» con rigaglie di pollo; continua con il «cote-china», cotechino con un tocco asiatico. Si finisce con il casoncello, servito come dessert (80 euro). Originale e coraggioso il pranzo natalizio nippo-brasiliano del Berinbau, a base di una novità: l’inedito cup sushi (menu 45 euro). Sono piccole ciotole di riso condito in tante varianti: salmone, picanha e tartufo, gamberi e wasabi, branzino, king krab. Lo ha portato a Milano il patron Mario Chen e già incuriosis­ce. Il pranzo di Natale in un cinque stelle: chi non sogna di permetters­elo, almeno una volta? Suggeriamo il sontuoso Seta al Mandarin, due stelle Michelin, chef Antonio Guida (sei portate, 210 euro): chartreuse di verza farcita con capriolo, scorzonera e salsa suprema alla tempura di scampi e salsa agrodolce. Si termina con i dessert contempora­nei del pasticcere Nicola Di Lena. O il bistrot dell’hotel, con prezzo abbordabil­e a 120 euro, dall’atmosfera sempre fiabesca che quest’anno ha i decori nei toni del rosso. «A Milano c’è troppo Natale», scriveva Dino Buzzati in un racconto del 1959. Chissà che cosa direbbe oggi

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(Balti/ LaPresse) Stellato Il team del Seta. Al centro lo chef Antonio Guida
 ??  ?? Chef a rotazione Una tavolata negli spazi di Identità Golose, aperto da pochi mesi negli spazio dell’ex Archivio Feltrinell­i di via Romagnosi: il menu delle feste propone 6 portate a 85 euro, tutto incluso
Chef a rotazione Una tavolata negli spazi di Identità Golose, aperto da pochi mesi negli spazio dell’ex Archivio Feltrinell­i di via Romagnosi: il menu delle feste propone 6 portate a 85 euro, tutto incluso

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