Il Grande Fratello dei trasporti Così Atm controlla seimila telecamere
Calano gli agguati al personale e i danni dei writer
Atm e Comune di Milano hanno firmato ieri il protocollo per la sicurezza. Un’occasione per stilare il bilancio 2018 a bordo dei mezzi pubblici. In calo sia le aggressioni (60 rispetto alle 154 del 2013) agli operatori del servizio pubblico sia gli imbrattamenti di writer e graffitari.
Calano le aggressioni agli operatori dei mezzi pubblici e calano anche gli imbrattamenti dei writer. Nel giorno in cui Comune e Atm firmano il protocollo sulla sicurezza, il dg dell’azienda dei trasporti, Arrigo Giana, fornisce dati e numeri. Nel 2018 le aggressioni al personale Atm sono state 59, mentre gli imbrattamenti delle vetture sono stati 60. «Un dato in deciso calo — ha detto Giana — se si pensa che di aggressioni nel 2013 ce ne sono state 154». In calo anche gli imbrattamenti dei writer: 150 nel 2014, 145 nel 2015, 107 nel 2016, 75 nel 2017 e 60 l’anno scorso. La riduzione percentuale dal 2014 a oggi è stata del 60 per cento.
Il protocollo siglato ieri dal comandante della polizia locale, Marco Ciacci, e da Giana alla presenza del vicesindaco Anna Scavuzzo e del presidente di Atm Luca Bianchi, è destinato ad aumentare il livello di sicurezza di chi usa il mezzo pubblico. In particolare, si intensificano le attività del Nucleo tutela trasporto pubblico, un’unità specializzata di agenti della polizia locale, in collaborazione con gli agenti della security di Atm, che opera sui mezzi di trasporto pubblico e nei mezzanini delle metropolitane a tutela dei viaggiatori, con l’obiettivo di prevenire fenomeni di degrado, abusivismo commerciale e di criminalità diffusa. La centrale operativa security di Atm e la centrale operativa della polizia locale saranno in contatto diretto attraverso una linea dedicata. L’obiettivo è quello di ridurre al massimo i tempi di intervento e garantire il supporto necessario alla continuità del servizio. È prevista, inoltre, l’installazione da parte di Atm di una strumentazione nella sede del Nucleo di via Amari che consenta anche agli agenti la videosorveglianza diretta delle stazioni della metropolitana. «Anche se non si vedono — ha spiegato Scavuzzo — gli occhi sulla città ci sono». Atm controlla 6.100 telecamere, di cui 1.700 a bordo dei mezzi. Le immagini che trasmettono alla centrale operativa possono essere mandate in diretta nelle sale operative delle forze dell’ordine, in caso di emergenza, e vengono conservate per 72 ore. La polizia locale, invece, ne ha circa 2.000, metà delle quali con sistema analogico e altre 130 verranno posizionate nelle prossime settimane. «Dobbiamo fare in modo che tutto quello che c’è oggi al servizio della sicurezza parli in maniera semplice, lineare e immediata — continua il vicesindaco — e che i sistemi si parlino tra loro. Dopo un anno di sperimentazione siamo ora di fronte a una vera azione integrata che migliorerà non solo i controlli e la prevenzione dei reati, ma anche la percezione della sicurezza». Non la pensa così FI: «L’operazione è un bluff — dice il capogruppo Fabrizio De Pasquale — le risorse messe a disposizione per aumentare il servizio sono sufficienti a pagare il turno di uno solo ghisa in più».
A proposito di telecamere, Atm sta concludendo la sperimentazione di Occhio di Aquila, l’occhio elettronico piazzato sul tettuccio di un auto Atm che riesce a leggere le targhe delle auto parcheggiate sulle strisce blu e sulle strisce gialle, permettendo di controllare se si è in divieto di sosta o meno e, nel caso, di far partire la multa».
Alleanza
Comune e azienda hanno firmato il protocollo speciale per la sicurezza