Record di voli verso gli Usa
Svolta storica a Malpensa: sei compagnie attive e il boom di Air Italy
Dal 2007, anno del precedente record di voli per gli Stati Uniti, Malpensa ha subito il dehubbing e la crisi economica. Ma oggi sono sei le compagnie attive per 1,6 milioni di posti sul mercato.
Un abbandono e una crisi finanziaria globale dopo, Milano torna a rivedere la luce nei collegamenti diretti con gli Stati Uniti. Segnando quest’anno il record di posti messi a disposizione dalle sei compagnie (tre statunitensi, due italiane e una emiratina) che operano a Malpensa.
Con 1,62 milioni di sedili offerti in entrambe le direzioni nel periodo giugno 2018maggio 2019 secondo la società specializzata Flightglobal viene battuto il precedente primato del 2007 (1,52 milioni), ultima soddisfazione prima del tracollo causato da due eventi rilevanti: il
dehubbing di Alitalia — la principale compagnia nel Paese allora — che ha preferito concentrarsi sull’aeroporto Roma Fiumicino, e lo shock economico mondiale.
Un dato che è merito soprattutto dell’ingresso nel mercato di Air Italy, l’ex Meridiana rilanciata con il 49% di Qatar Airways, che oltre a New York e Miami si prepara a inaugurare i diretti per San Francisco e Los Angeles. Risultato: il 26,7% dei sedili messi a disposizione nel mese di maggio 2019 sarà offerto da Air Italy, che si ritroverà — salvo imprevisti — a detenere il primato (l’anno scorso, sempre a maggio, era a quota zero). Ma questo record è anche l’esito degli investimenti di American Airlines e Delta Air Lines che cercano di conservare la loro fetta di mercato. Emirates e Alitalia confermano l’offerta di un anno prima, ma la compagnia aerea del Golfo Persico sarà seconda, dopo Air Italy, grazie all’Airbus A380, il bolide dei cieli a due piani.
I posti, è ovvio, poi bisognerebbe venderli, ma questo non sembra essere impossibile se è vero che l’anno passato il tasso di riempimento degli aerei nei voli Milano-Usa (e viceversa) è stato dell’81,5% stando alla documentazione fornita dall’Ufficio statistico dei trasporti americani. Nei primi sette mesi del 2018 — ultimo bollettino disponibile — in 634.364 si sono imbarcati su un volo tra Malpensa e gli Stati Uniti, il che dovrebbe aver fatto concludere l’anno con oltre un milione di viaggiatori. Più dei 977 mila del 2017 e dei 972 mila del 2016. Secondo la società CapaCentre for Aviation i collegamenti tra Usa e Europa del Sud (Italia compresa) «costituiscono una piccola parte del mercato transatlantico», ma sono quelli che crescono di più: «Negli ultimi cinque anni i posti offerti sono aumentati del 12%, in media, il doppio del tasso dell’intero segmento Europa-Stati Uniti».
«L’ingresso di Air Italy ha portato l’offerta nel mercato Milano-Stati Uniti ad aumentare in un modo che va oltre la crescita strutturale di una tratta», ragionano gli esperti di Flightglobal. Un mercato prezioso, sia business che turistico. E questo spiega anche il nervosismo ai piani alti di Delta Air Lines: l’amministratore delegato Ed Bastian ha accusato l’ex Meridiana di stravolgere le dinamiche grazie ai soldi del Qatar. Accusa che la compagnia italiana respinge, mentre cerca di ragionare su altre opportunità dopo alcuni passi falsi come la chiusura dei voli per Bangkok, per Mumbai e per Delhi, la perdita della continuità territoriale sarda (vinta da Alitalia) e il rinvio del collegamento per Chicago. Il tutto si riflette sull’hub di Malpensa che ha chiuso il 2018 con il record di 24,73 milioni di viaggiatori transitati, 105 compagnie attive e 209 destinazioni raggiunte.