«Hub di smistamento merci ai confini dell’Area B»
La proposta dei commercianti
I commercianti chiedono la parola sul piano di governo del territorio. E propongono un confronto puntuale con il Comune. «Siamo disponibili alla creazione di un tavolo per un approfondimento» spiega Vincenzo Albanese, vicepresidente di Confcommercio Milano, che avanza i primi suggerimenti. Tra pochi giorni (il 25 febbraio) partirà Area B, la low emission zone su quasi tutto il territorio comunale che vieterà la circolazione ai veicoli più inquinanti. Una difficoltà per chi consegna merci e per farlo usa mezzi diesel che rientreranno tra le categorie «bloccate». Come fare? «Il pgt può essere una soluzione — dice Albanese —, si potrebbero creare quattro o cinque aree di interscambio lungo gli assi di ingresso alla città». Piattaforme ai confini di Area B in cui le merci arrivano e vengono smistate per poi essere recapitate nelle vie di Milano con veicoli ecologici, in circolazione per tutta la giornata e non solo al mattino. «In questo modo si possono rifornire i negozi senza congestionare il traffico». Gli hub, più vicini al cuore di Milano e più piccoli rispetto a quelli già esistenti in Lombardia, potrebbero essere utilizzati anche per raccogliere e ridistribuire i pacchi degli acquisti online, in continuo aumento. «È importante guardare lontano e immaginare risposte prendendo esempio da altre città». E perché no, gli scali ferroviari potrebbero prestarsi anche a questa funzione.
Ma il pgt è anche fonte di preoccupazione. «Se è stata fatta un’analisi dell’offerta commerciale, non è comunque stata precisa. Chiediamo di valutare quali e quanti negozi sono già presenti sul territorio, per garantire il pluralismo distributivo». I «nemici» che possono annidarsi nelle pieghe del Pgt sono i centri commerciali. Nel documento «si fa riferimento ai parcheggi di corrispondenza e, per evitare che si trasformino in lande desolate, si apre alla possibilità di sfruttarle come occasione di riqualificazione urbana e nuove centralità». Un polo commerciale, anche di medie dimensioni, può creare movimento attorno ai posteggi. Ma su questo punto Confcommercio chiede di tutelare innanzitutto i negozi di vicinato, oltre alle
Le consegne
Nelle piattaforme si potrebbero raccogliere e ridistribuire anche i pacchi comprati online
Le soluzioni Bisogna immaginare risposte prendendo esempio da altre città che le hanno già trovate
grandi strutture di vendita. «A Milano per ora abbiamo centri commerciali solo nell’hinterland, bisogna fare attenzione affinché l’apertura di nuove realtà non danneggi le botteghe di quartiere e la loro continuità aziendale».
Sì ai mall quindi, ma dove realmente servono. «Valutiamo gli equilibri rispetto ai bacini di utenza, all’offerta urbana e oltre il confine comunale, in un’ottica di Città metropolitana». Sul disegno della Milano del futuro Confcommercio rilancia la palla all’amministrazione: «Siamo pronti a dialogare».