Corriere della Sera (Milano)

Cronaca di un anno formidabil­e

Sul palco della Triennale il reportage sul 1969 del giornalist­a Paolo Conti

- Livia Grossi

«Se il ‘68 è stata la miccia, il ‘69 è stato il razzo, un anno fondamenta­le per l’Italia, dall’approvazio­ne della prima legge sul divorzio alle rivolte nelle scuole e nel mondo del lavoro che hanno rivoluzion­ato il rapporto studenti-professori e lavoratori-padroni». L’editoriali­sta Paolo Conti, firma del «Corriere della Sera», a cinquant’anni da quello storico giro di boa che segnò il destino del nostro Paese, è in scena con «1969: tutto in un anno», lo spettacolo tratto dal suo omonomo libro edito da Laterza, un percorso narrativo tra video, foto e documenti condiviso dal regista Michele Rho e dall’attrice Elena Vanni, sul palco al fianco dell’autore. «Questo lavoro è nato dal bisogno di dar voce alla realtà — afferma subito Paolo Conti, — raccontare quel periodo con gli occhi di oggi ci aiuta a capire che cosa siamo stati e dove stiamo andando, a comprender­e le varie evoluzioni del nostro Paese e ciò che stava accadendo nel mondo».

Un viaggio ragionato dunque nell’anno che mezzo sestupore colo fa ha modificato la Storia, tra i documenti in scena la lettera di Jan Palach, il patriota cecoslovac­co simbolo della resistenza anti-sovietica del suo Paese, uno studente di 21 anni che il 16 gennaio 1969 si cosparse il corpo di benzina e si diede fuoco nella Praga prigionier­a, ma anche le parole di Paolo VI, il suo di fronte allo sbarco del primo uomo sulla Luna, e poi l’esplosione delle arti e della musica, dal Festival di Woodstock al «Mistero Buffo», il capolavoro di Dario Fo e poi il cinema con il «Satyricon» di Fellini, ma anche la strage di Bel Air realizzata dai seguaci di Charles Manson. Un anno denso di fatti esplosivi anche sul fronte politico e sociale, in Italia oltre alla legge del divorzio, nelle università gli studenti ribaltano il sistema scolastico e i carcerati in tutto il Paese insorgono chiedendo diritti, e poi l’autunno caldo con le lotte degli operai e infine, «la strage di Piazza Fontana e la morte di Giuseppe Pinelli, l’anarchico misteriosa­mente caduto da una finestra della Questura di Milano, il fatto più atroce», sottolinea Conti. «Rileggendo gli articoli apparsi sul Corriere della Sera di quei giorni e gli appassiona­ti appelli che affermavan­o che la democrazia si difende con la democrazia, oggi possiamo capire quanto quelle parole siano state importanti, nonostante le bombe e i ricatti, il nostro Paese non ha lasciato il passo alle leggi speciali».

Infine sul fronte lavoro, una riflession­e sui diritti di ieri e la tragica condizione di oggi: «la dignità dei lavoratori 50 anni fa era al primo posto, la Storia ci indica le linee da seguire oggi».

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Scene da una rivoluzion­e Elena Vanni affianca l’autore del testo Paolo Conti

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