Corriere della Sera (Milano)

Palasharp, partita la corsa per i lavori a cinque cerchi

Ad aprile la visita della delegazion­e Cio

- di Andrea Senesi

Il Comune di Milano ha ricevuto due manifestaz­ioni di interesse da privati per la riqualific­azione del Palasharp. Lo ha spiegato ieri l’assessore allo Sport, Roberta Guaineri, rispondend­o in Consiglio a un’interrogaz­ione sulla questione: «Una delle due è già stata formalizza­ta e la stiamo valutando. Poi verrà indetta una gara pubblica. Le manifestaz­ioni di interesse sono arrivate da due gruppi che organizzan­o eventi e concerti».

Ci sono due offerte per il Palasharp «olimpico». «Il Comune ha ricevuto due manifestaz­ioni di interesse da privati per la riqualific­azione dell’impianto», ha spiegato ieri l’assessore allo Sport, Roberta Guaineri rispondend­o in Consiglio a un’interrogaz­ione sulla questione firmata dal leghista Gabriele Abbiati: «Una delle due è già stata formalizza­ta e la stiamo valutando. Poi verrà indetta una gara pubblica. Le manifestaz­ioni di interesse sono arrivate da due gruppi che organizzan­o eventi e concerti».

Il presente del Palasharp è un racconto di degrado a abbandono. Eppure la tensostrut­tura inaugurata nel 1985 (in sostituzio­ne del Palasport crollato per neve) è stata a lungo uno dei simboli musicali della città, un palco che ha ospitato, fra i tantissimi, Frank Sinatra e Bob Dylan. Dal 2011, l’anno della definitiva chiusura, è però successo di tutto. Utilizzata dagli islamici per la preghiera del venerdì, l’area è stata poi colonizzat­a dai racket di droga e prostituzi­one. La zona di Lampugnano a un certo punto venne anche inserita nel bando per i luoghi di culto e il terreno andò al Caim (il Coordiname­nto delle associazio­ni islamiche di Milano), pronto a realizzare una moschea. Il bando però, nell’estate del 2016, saltò per una serie di irregolari­tà nelle procedure. La rinascita potrebbe passare ora dal dossier olimpico: l’ex Palasharp dovrebbe diventare, stando almeno ai documenti depositati al Cio, un’arena per l’hockey su ghiaccio. La riqualific­azione della zona è una anche una lotta contro il tempo. «I lavori, iniziati il 15 gennaio con una prima fase di messa in sicurezza del perimetro del Palasharp, si concludera­nno entro la fine di marzo. Il rispetto di questa scadenza è necessario anche perché la struttura sarà oggetto di un sopralluog­o di una delegazion­e del Comitato Olimpico nel corso del mese di aprile», ha raccontato la vicesindac­o e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo. Nella lettera inviata dal Comune alla prefettura si spiega che il lavoro proseguirà «nelle prossime settimane con il posizionam­ento fra l’ex Palasharp e la tensostrut­tura usata per la preghiera dei musulmani di una fila new jersey alto 2,80 metri per dividere le due aree. Infine si procederà con un ulteriore rafforzame­nto delle cancellate del perimetro più interno della struttura in modo da impedire l’accesso al tendone da parte di persone non autorizzat­e». Sull’ex Palasharp pende oltretutto una sentenza della giustizia amministra­tiva che prescrive che nel caso non si trovasse «nei prossimi mesi» un privato pronto a investire, spetterebb­e al Comune l’onere delle demolizion­e della tensostrut­tura. Il costo è superiore ai 600 mila euro.

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 ??  ?? La struttura Il Palasharp in via Sant’Elia al quartiere Lampugnano, nato nel 1985 con il nome di Palatrussa­rdi (poi Palavobis e Mazdapalac­e), è chiuso dal 2011
La struttura Il Palasharp in via Sant’Elia al quartiere Lampugnano, nato nel 1985 con il nome di Palatrussa­rdi (poi Palavobis e Mazdapalac­e), è chiuso dal 2011

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