«La riforma crea negozi di serie B Danni al turismo da weekend»
Meghnagi, coordinatore dei distretti
Le domeniche di chiusura sono una tutela per i dipendenti.
«Ma tanti scelgono volontariamente di lavorare».
I sindacati dicono che pagate poco il personale.
«Allora si facciano più controlli. Non è giusto penalizzare tutti».
Chi non compra nel weekend potrebbe farlo in settimana.
«Non è così, soprattutto per i beni accessori».
Gabriel Meghnagi è presidente di AscoBaires, consigliere di Confcommercio Milano e alla guida della rete associativa di vie. Nella proposta di legge che porterebbe a tener chiusi i negozi per 26 domeniche all’anno vede «un salto indietro di 30 anni. Un ritorno all’austerity degli anni Settanta». Come funziona oggi? Chi viene in negozio a comprare la domenica?
«Le famiglie che hanno del tempo libero. Vedono un capo in vetrina, entrano, lo comprano. Shopping d’impulso». In settimana è diverso? «C’è meno tempo, gli acquisti della domenica andrebbero persi. Ci immaginiamo una Milano tutta chiusa?».
Per i dipendenti è una fatica?
«Nella mia esperienza no. Alcuni scelgono di lavorare alla domenica per avere un secondo giorno di riposo in settimana. Nel mio negozio una ragazza studia Giurisprudenza e si mantiene con l’impiego part-time del weekend».
C’è chi lo fa perché costretto e dietro compensi da fame...
«Allora si facciano più controlli su chi paga troppo poco, quello è il problema». Quante insegne sono accese la domenica in Buenos Aires?
«Direi l’80/90 per cento».
E con le chiusure imposte, cosa si rischia? «Sicuramente una perdita di fatturato e di conseguenza di Iva. Saremo costretti a ridurre le ore di lavoro dei dipendenti o a lasciare a casa qualcuno. Senza contare gli effetti a catena».
Ad esempio? «Pensiamo ai turisti del weekend. Tutti clienti persi. Potrebbero decidere di non venire più a Milano per lo shopping. Quindi meno camere d’albergo affittate, meno caffè venduti ai bar e via dicendo».
La proposta prevede deroghe per i centri storici e alcune categorie di commercianti, non basta?
«Così si rischia di avere una Milano di serie A e un’altra di serie B. E poi chi decide che in pasticceria è giusto lavorare anche di domenica e in una boutique no?».
Ci sono commercianti favorevoli alla domenica in famiglia?
«Qualcuno sì, ma non si rende conto degli effetti. Se i clienti si abituano ad andare in centro per gli acquisti, poi si fidelizzano e non tornano nei negozi di quartiere».