Corriere della Sera (Milano)

Hai detto panino?

Piccoli e leggerissi­mi i «bao» sono l’alternativ­a allo sfilatino imbottito

- Laura Vincenti

Il 2019? L’anno dei bao. Tradiziona­li, con il maiale, o rivisitati e all’insegna della contaminaz­ione, per esempio con il caviale o la trippa; dolci o salati; morbidi o resi croccanti grazie al passaggio sulla griglia; chiusi o aperti; da gustare insieme al tè o con un cocktail: i piccoli panini cotti al vapore che arrivano dall’Oriente stanno conquistan­do Milano. «I bao, conosciuti anche come baozi, sono preparati con farina, zucchero e lievito: consumati originaria­mente all’ora di colazione o durante o lo Yum Cha, la cerimonia del tè, adesso sono diventati uno degli street food più conosciuti e apprezzati in Cina e nel mondo». Così racconta Kin Cheung, chef di Mu dimsum, ristorante in zona Stazione Centrale che propone piatti tradiziona­li della cucina cantonese e in particolar­e di Hong Kong, in un’atmosfera soft ed elegante. «Io li faccio come a Hong Kong, la mia città di origine — continua lo chef —. Per l’impasto utilizzo una farina di frumento che arriva direttamen­te da lì e la- in modo che sia leggera e povera di glutine». Lo chef li propone in sei varianti. Dai più classici, come il Bao Bao, panino al vapore ripieno di maiale bio, cavolo cinese, zenzero e cipollotti, il Char Siu Bao, panino alla griglia con maiale bio caramellat­o, e il Veg Bao, con verdure; ai più creativi, come il Peking Bao con anatra alla pechinese e curry rosso e il Black Char Siu Bao «preparato con carbone vegetale che ne amplifica la già innata morbidezza. Ne abbiamo anche uno dolce, ripieno di una crema a base di uovo d’anatra». Il ristorante è aperto da mezzogiorn­o a mezzanotte, e si può mangiare a qualsiasi ora: per un pasto completo si spende sui 30 euro, bevande escluse, altrimenti i bao (3,50 euro l’uno) si possono gustare anche all’ora del tè, proprio come in Cina, o per uno spuntino.

Per chi preferisce un ambiente più informale, in zona Isola l’anno scorso è nato Bob, il locale dei gemelli Luca e Michele Hu del Chinese Box di zona Garibaldi. E se non sapete cosa ordinare, niente panico: affidatevi ai consigli del barman Lucian Bucur, che cura la cocktail list: per esemvorata pio il bao all’anatra alla pechinese (6 euro) è perfetto in abbinament­o all’Antico sortilegio piratesco, a base di rum, lime, sciroppo azteco alle fave di cacao, peperoncin­o e spezie, liquore all’albicocca, amaro, angostura, albume (10 euro). Per chi si vuole viziare, in menù anche il prezioso il bao con burro e caviale (10 grammi, 15 euro).

In viale Monza, nel cuore di Nolo, ecco Kungfu Bao, un piccolo, economico ristorante cinese dedicato soprattutt­o ai ravioli fatti a mano e ai panini cinesi, proposti in versione sia salata sia dolce. Protagonis­ti anche del menù di Bao House, locale dedicato allo street food taiwanese. E non potevano mancare sui Navigli, sempre frequentat­issimi sia in estate sia in inverno: fanno da padroni di casa a Mini Maoji Navigli, take away con qualche posto a sedere, fratello più piccolo di Mao Hunan e Maoji Street Food. Ripieni con maiale, manzo, ma anche trippa o baccalà e tofu, per i vegetarian­i, magari in abbinament­o a una birra cinese.

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(foto De Grandis/La Presse) Al vaporeUna ragazza assaggia un bao da Mu dimsum. Qui lo chef cinese Kin Cheung li prepara in molte varianti, anche dolci

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