La Cassazione: pena di 6 anni al pugile dell’Isis
La Cassazione
Sentenza definitiva per i quattro giovani marocchini finiti in manette nell’aprile del 2016 nell’ambito dell’operazione contro il terrorismo internazionale condotta dagli uomini della Digos di Lecco, insieme al Ros dei Carabinieri. La Cassazione ha confermato la pena a sei anni di carcere per il «pugile dell’Isis». Abderrahim Moutaharrik, 30 anni; sconterà la condanna nel carcere di Sassari dove ora si trova detenuto. Il kickboxer cresciuto a Valmadrera e poi trasferitosi con la famiglia a Lecco, era stato arrestato dopo mesi di indagini e intercettazioni. Lavoro da operaio, campione di arti marziali, perfettamente integrato, adepto del Jihad all’apparenza insospettabile. Sei anni per associazione con finalità di terrorismo, così come si era già espressa la Corte di Appello nel novembre 2017 e prima il tribunale di Milano. Confermata anche la condanna per la moglie Salma Bencharki, con la quale, secondo quanto ricostruito dall’inchiesta, intendeva partire per la Siria: 3 anni e 4 mesi, pena ridotta in secondo grado rispetto ai 5 anni della prima sentenza. La donna, madre di due bimbi piccoli, è ai domiciliari nell’abitazione dei genitori a Ballabio. Tre anni e quattro mesi anche per Wafa Koraichi, sorella di Mohamed, partito da Bulciago nel 2014 con la moglie italiana Alice Brignoli e i tre figli piccoli, per raggiungere i territori dell’Isis. Infine 5 anni e 4 mesi per Abderrahmane Khachia, residente a Brunello (Va), fratello di Oussama, morto in Siria dopo essere stato espulso dall’Italia per sospetta apologia di terrorismo. Durante le indagini era stato intercettato il cosiddetto «poemabomba», un messaggio audio ritenuto un’esortazione a colpire l’Italia. Moutharrik aveva risposto dicendosi disposto a compiere un attentato in Vaticano. I 4 si sono sempre difesi spiegando che mai avrebbero compiuto azioni violente e negando contatti con il Califfato. La Cassazione ha ritenuto inammissibili i ricorsi dei difensori, concordando con quanto chiesto dal Sostituto Luigi Birritteri, per il quale «è stato applicato il nostro diritto penale».