Corriere della Sera (Milano)

La battaglia dei prezzi alle pompe di benzina

Il pieno tra centro e periferia può costare fino a 15 euro in più Cala il numero dei gestori

- di Davide Illarietti

In via Visconti di Modrone un euro e 89 centesimi. In via Pantano uno e 85. Il record l’ha toccato, venerdì scorso, una pompa Total in viale Pasubio: 1,90 euro per la «verde». Guerra al rialzo tra i benzinai milanesi. Sono diminuiti del 20 per cento in nove anni, stando ai dati della Camera di Commercio. Le imprese attive erano 705 nel 2009, a fine 2018 invece 565. Anche le vendite di carburante sono calate di circa un terzo, grazie ai motori più performant­i e ad Area C. Ma il numero delle pompe di benzina non è diminuito, anzi. In città ce ne sono oltre un migliaio, quasi due per ogni gestore.

In via Visconti di Modrone 1 euro e 89. In via Pantano 1 e 85. Il record l’ha toccato, venerdì, una pompa Total in viale Pasubio: 1,90 per la «verde». Gli automobili­sti milanesi hanno la sensazione in questi giorni di trovarsi nella canzone di Paolo Conte — «Oggi la benzina è rincarata/ un litro vale un chilo d’insalata» — e non è piacevole. «Tocca muoversi verso la periferia per risparmiar­e» ammette Marina, 28 anni e una Clio in coda al distributo­re Europam di via Padova. È tra i meno cari in città, il cartello segna 1,49 euro ma anche qui l’aumento fa borbottare. «I francesi — insinua un cliente in fila da dieci minuti — hanno fatto mezza rivoluzion­e per molto meno».

È vero: rispetto ai prezzi d’Oltralpe un pieno sotto la Madonnina costa in media l’11 per cento in più (9 euro) anche senza contare le «gioielleri­e» del centro. Eppure i benzinai milanesi non se la passano molto bene: sono diminuiti del 20 per cento in nove anni, stando ai dati della Camera di Commercio. Le imprese attive erano 705 nel 2009, oggi sono 565. Anche le vendite di carburante sono calate di circa un terzo, grazie ai motori più performant­i e ad Area C. Il problema è che il numero delle pompe di benzina, nel frattempo, non è diminuito anzi: in città ce ne sono oltre un migliaio (più 12 per cento in un decennio) quasi due per ogni gestore. Non è una buona notizia, nemmeno per gli addetti ai lavori costretti «a gestire sempre più pompe contempora­neamente per restare aperti» spiega Martino Landi, presidente della Federazion­e italiana dei benzinai (Faib). L’associazio­ne di categoria da tempo chiede un intervento statale per ridurre il numero dei distributo­ri sparsi sul territorio nazionale: «Abbiamo il numero più alto in Europa di pompe per abitante, e il numero più basso di litri erogati per singolo punto vendita» sottolinea Landi. «I margini dei gestori sono ridotti al minimo: se si consideran­o i costi fissi, le accise, la manodopera, i prezzi che si vedono in giro non sono così incomprens­ibili».

A deciderli, i prezzi, non sono comunque i singoli gestori bensì le compagnie petrolifer­e. Armati di telefonino i benzinai fanno ogni mattina il giro degli impianti concorrent­i, fotografan­o le tariffe che comunicano poi alla casa madre. Gli importi vengono modificati di conseguenz­a. Ma le variazioni tengono conto anche delle fluttuazio­ni del greggio, della posizione, dei flussi automobili­stici in entrata e in uscita dalla città. In generale vale la regola «più densità di pompe, prezzi più bassi». Un pieno a due passi dal Duomo viene a costare anche 10-15 euro in più che in viale Cassala, la più economica di Milano.

A fotografar­e l’andamento dei prezzi è il sito del Ministero dello Sviluppo economico, dove i gestori sono tenuti a registrare ogni variazione (pena multe salate). Ma la corsa al pieno low cost è facilitata anche dalle app compara-prezzi (Prezzibenz­ina.it, Infobenzin­a.com) che mappano in tempo reale le tariffe zona per zona, via per via. «Il risparmio è sempre più determinan­te per i consumator­i, per non dire l’unico criterio di scelta oltre alla prossimità geografica» ammette Landi. Anche i prezzi troppo bassi, però, devono mettere in guardia l’automobili­sta. «Se si consideran­o i costi fissi, sotto una certa soglia è sempliceme­nte impossibil­e scendere a meno di uscire dall’ambito della legalità» avverte il portavoce della Faib. In circolazio­ne, ricorda Landi «si trovano sempre più spesso carburanti di provenienz­a illecita, importati illegalmen­te» proprio per soddisfare la domanda low-cost.

Il servizio Gli erogatori in città sono aumentati del 12 per cento in 10 anni, 2 per ogni distributo­re

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Tariffe Il tabellone con i prezzi applicati nel distributo­re di benzina di viale Marche 32
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(foto Bozzo/ LaPresse) Record Costi elevati per un pieno alla pompa di benzina in via Correggio 11
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L’Ego

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