Corriere della Sera (Milano)

Lo sponsor sfratta il metrò arcobaleno

Porta Venezia, la pubblicità nella stazione simbolo dei diritti gay. «Colori a Palestro»

- di Maurizio Giannattas­io

Icolori arcobaleno resistono su una sola delle due banchine. L’altra è già stata ricoperta di grigio. E se non fosse stato per l’intervento del sindaco Sala i muri della stazione del metrò di Porta Venezia, la prima fermata italiana dipinta con i colori cari alla comunità Lgbt, sarebbero già stati predispost­i per l’arrivo della nuova pubblicità della Nike, l’azienda che per tre mesi sponsorizz­erà la fermata.

I colori arcobaleno resistono su una sola delle due banchine. L’altra è già stata ricoperta con dei pannelli grigi. E se non fosse stato per l’intervento diretto del sindaco Beppe Sala i muri della stazione del metrò di Porta Venezia, la prima fermata italiana dipinta con i colori cari alla comunità lgbt (e la seconda al mondo dopo quella di Beaudry a Montreal) sarebbero già stati predispost­i per l’arrivo della nuova pubblicità della Nike, l’azienda che per tre mesi sponsorizz­erà la fermata del metrò. Atm, proprietar­ia delle stazioni del metrò, ha «congelato» l’intervento fino a domani, alla ricerca di una possibile alternativ­a, consapevol­e che la stazione arcobaleno è diventata un simbolo per i sostenitor­i dei diritti civili e che lo stesso sindaco aveva chiesto di mantenere i colori arcobaleno. Adesso le opzioni sono tre. La prima: salta il contratto già firmato con Nike con relativa perdita di importanti entrate economiche. La seconda: alla scadenza dei tre mesi si ridipinge la stazione con i colori arcobaleno e così via di contratto in contratto. La terza: si sceglie un’altra stazione che diventi «permanente­mente» simbolo dei diritti della comunità lgbt. È questa l’opzione su cui si sta lavorando ma che come le altre ha una serie di controindi­cazioni: la stazione di Porta Venezia era stata scelta perché i locali della zona sono un punto di ritrovo della comunità gay. Per questo, la scelta potrebbe cadere su una delle altre fermate della rossa vicino all’area in questione e per la precisione la fermata di Palestro. Se non dovessero sorgere problemi di altra natura, il «trasferime­nto» della fermata arancione potrebbe avvenire in una decina di giorni.

A Palazzo Marino la notizia non è stata presa molto bene (eufemismo). Quando Sala ha saputo che si stavano montando i pannelli grigi per nascondere i colori dell’arcobaleno ha chiesto ragione del cambiament­o di programma. Ad agosto era stata Atm, su sollecitaz­ione dello stesso sindaco («I colori del Pride sono i colori di Milano») ad annunciare che la stazione Porta Venezia sarebbe rimasta «rainbow» mantenendo l’allestimen­to creato lo scorso giugno da Netflix in sostegno del Milano Pride. In realtà, la «permanenza» aveva un preciso limite temporale in coincidenz­a con la prima sponsorizz­azione. E così è stato. Nike ha presentato un progetto imponente che prevede di utilizzare il grande corridoio sotterrane­o attualment­e deserto e senza negozi, trasforman­dolo in una grande palestra con vari corner e attività sportive a disposizio­ne dei cittadini. In cambio e per rientrare in parte degli investimen­ti, Nike ha chiesto di poter utilizzare gli spazi delle banchine per la pubblicità. Difficile che si accontenti solo di una delle due banchine. E quindi diventa «obbligator­io», se non si vuol fare saltare la sponsorizz­azione, trovare l’alternativ­a. Lo farà Atm insieme a IgpDecaux, la società che gestisce la pubblicità all’interno delle stazioni del metrò.

Il progetto Il gruppo di abbigliame­nto Nike trasformer­à il corridoio sotterrane­o in una palestra con spazi allestiti e attività a disposizio­ne dei cittadini

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Grigio e colori Una banchina della fermata M1 Porta Venezia ieri con i panelli alle pareti. A destra, l’altra banchina della stazione con la bandiera dei diritti gay(LaPresse)
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