Corriere della Sera (Milano)

«Petardi in giardino, ho perso la testa»

Bellusco, si scusa il consiglier­e che ha aggredito un 13enne. I genitori: non basta

- di Riccardo Rosa

«Chiedo scusa, a mente fredda non lo rifarei, ho perso il controllo perché mi perseguita­vano». È la versione di Fernando Biella, 65 anni, capogruppo della Lega in consiglio comunale a Bellusco che venerdì sera ha tirato un pugno a un 13enne. Il ragazzino, insieme agli amici, aveva lanciato dei petardi nel giardino di Biella. Il consiglier­e comunale è stato denunciato dai genitori del minore.

MONZA «Chiedo scusa, a mente fredda non rifarei quello ho fatto, ma dopo 40 giorni di insulti e petardi lanciati in giardino e contro la porta della mia abitazione ho perso il controllo». Chi parla è Fernando Biella, 65 anni, capogruppo della Lega nel Consiglio comunale di Bellusco. Venerdì, poco prima delle 23, avrebbe aggredito un giovane di 13 anni italo-colombiano che, a suo dire, assieme a un gruppo di coetanei, aveva appena compiuto l’ennesimo raid contro la villetta a schiera di via Grigna dove vive con la moglie invalida. «Stavo guardando la partita Chievo-Roma in tv — spiega Biella —, quando ho sentito esplodere un petardo in giardino. Sono uscito e ho visto un gruppo di una decina di giovani poco distanti. Ho urlato di lasciarmi in pace, ma uno si è staccato e mi ha affrontato. Siamo arrivati a pochi centimetri di distanza, le teste si sono toccate, poi lui mi ha tirato un calcio e ho reagito sferrando un pugno».

Lo scontro è avvenuto a una trentina di metri di distanza dalla casa di Biella, all’angolo con via Tonale. Il ragazzo è finito in ospedale col naso fratturato e sette giorni di prognosi. I genitori hanno sporto denuncia ai carabinier­i. Anche Biella racconta di essere andato al pronto soccorso per farsi medicare la gamba colpita dalla pedata. Secondo la testimonia­nza di alcuni dei ragazzi presenti, Biella avrebbe anche indirizzat­o insulti razzisti contro un giovane di origine marocchine che faceva parte del gruppo. Sono stato provocato e aggredito per primo — prosegue —. È dal 31 dicembre che va avanti questa specie di persecuzio­ne. Una, due volte la settimana si fanno vivi e tirano petardi che sembrano delle bombe carta. Mia moglie è invalida al 100%. Ha bisogno di riposo e di tranquilli­tà. Ho sbagliato, ma col loro comportame­nto mi hanno portato all’esasperazi­one».

Il consiglier­e comunale del Carroccio sottolinea di avere avvisato almeno due volte i carabinier­i di quanto stava accadendo, ma di avere ottenuto come risposta solo delle generiche promesse di intervento non appena si fosse resa disponibil­e una pattuglia. Di tenore opposto la versione dei fatti fornita dai genitori dei ragazzi. «I nostri figli tornavano da catechismo — scrivono in una lettera — e sono stati aggrediti. Un pugno, una testata, frasi razziste. Cosa sia successo lo confermera­nno le indagini, come verificher­anno se il soggetto sia stato colpito a sua volta. Noi, comunque, lo abbiamo visto uscire poco dopo a piedi con i suoi cani e certo non zoppicava. In questa storia è inaccettab­ile la violenza, feroce, di un adulto su un tredicenne. Noi ci assumiamo la responsabi­lità delle azioni dei nostri figli, lo dovrà fare, in sede penale e civile e davanti alla propria coscienza, anche chi al confronto preferisce pugni e testate». Sulla vicenda è intervenut­o anche il sindaco, Roberto Invernizzi, che ha fatto visita al ragazzo ferito in ospedale: «Ogni gesto di violenza è deprecabil­e. Ognuno interpreta il ruolo istituzion­ale come crede. È presto per dire quali siano gli esatti contorni della vicenda».

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