Corriere della Sera (Milano)

Corsi, sala prove e sport Ecco le scuole fuori orario

Le aule luoghi d’incontro nelle periferie

- di Elisabetta Andreis

Protocollo tra Comune e Ufficio scolastico regionale per «Scuole aperte 2.0», evoluzione del progetto lanciato cinque anni fa. Il proposito è irrobustir­e l’offerta formativa per giovani e adulti, studiare percorsi per combattere la dispersion­e scolastica, istituire laboratori di integrazio­ne culturale. E, soprattutt­o, aprirsi al quartiere, fino a diventare punto di riferiment­o con iniziative da tenersi nei periodi di chiusura delle scuole.

Scuole aperte 2.0: è l’evoluzione del progetto lanciato cinque anni fa dall’ex assessore al Tempo libero Chiara Bisconti, oggi rafforzato da un protocollo siglato tra l’assessore comunale all’Educazione Laura Galimberti e l’Ufficio scolastico territoria­le guidato da Yuri Coppi. Entro giugno sarà online il portale scuoleaper­temilano.it, tenuto sempre aggiornato con l’aiuto di una società non profit del gruppo The European House-Ambrosetti. È poi già attivo un quartier generale (all’interno della Rinnovata Pizzigoni, nel parco Trotter), per il coordiname­nto e le informazio­ni. Infine, è appena stato assegnato un bando da 320 mila euro per laboratori di danza, teatro, musica, cinema, giornalism­o e sport. Un passo indietro: dal 2014, sulla scia di una proposta della Bisconti, hanno cominciato a essere organizzat­e nelle scuole attività di tutti i tipi, gratuite, dal pomeriggio alla sera. Solo negli ultimi tre anni sono circa seicento i progetti già attivati in aule, cortili e palestre di 346 istituti: Palazzo Marino copre i costi dell’illuminazi­one e dell’acqua, i volontari e le associazio­ni badano alla sicurezz a , « i n u n ’ o t t i c a d i responsabi­lità diffusa, partecipaz­ione, e osmosi con il territorio», come ha spiegato la stessa Galimberti.

L’obiettivo è irrobustir­e l’offerta formativa per ragazzi e adulti soprattutt­o all’interno delle scuole medie, che hanno orari delle lezioni meno estesi rispetto alle primarie. Nel lunghissim­o ponte festivo che comprender­à Pasqua e 25 Aprile, ad esempio, quanti saranno gli istituti aperti alle famiglie?

Il tavolo tecnico partirà subito, con esperti che proporrann­o percorsi di prevenzion­e alla dispersion­e scolastica, laboratori di integrazio­ne culturale, interventi per la scolarizza­zione. E ancora possibili supporti a progetti in quartieri complicati e campus nei periodi di chiusura delle scuole, spiegano Comune e Ufficio scolastico, facendo riferiment­o ai propositi condivisi nel protocollo. «La scuola — dice Galimberti — è il futuro della nostra città e deve essere punto

La corsa In tre anni seicento proposte. Entro giugno sarà lanciato il portale con l’intero calendario

di riferiment­o per i ragazzi e le loro famiglie. Presente e aperta idealmente sempre. Per questo nel rispetto delle autonomie scolastich­e caldeggiam­o questo progetto: dall’ascolto dei bisogni e dalla condivisio­ne delle esperienze di successo, nasceranno azioni concrete capaci di essere un valido aiuto per le necessità dei milanesi». Si parla in effetti di migliorare la vita dei residenti grazie alle scuole che diventano presidi culturali ancora più forti e a disposizio­ne di tutti.

«È cruciale la collaboraz­ione di tutte le forze in campo, dalle istituzion­i ai Municipi alle realtà del privato sociale. È questa la chiave per arrivare a servire il territorio con maggior efficacia — rilancia il provvedito­re Coppi —. La metropoli può essere dispersiva, ma le scuole hanno tutte le carte per diventare centri di aggregazio­ne per i quartieri. Vere e proprie calamite». Soddisfatt­a anche Milena Piscozzo, neoeletta presidente di Andis Lombardia (l’associazio­ne dei dirigenti scolastici) oltre che preside dell’Istituto comprensiv­o Riccardo Massa: «Il progetto del Comune è un’ottima opportunit­à per i dirigenti e le scuole di Milano. Abbiamo bisogno di progettual­ità forti, per ampliare l’orario di apertura delle scuole e fare in modo che siano a disposizio­ne del territorio nel quale sono inserite. Gli istituti devono mantenere il coordiname­nto — raccomanda —. È necessario programmar­e regolari incontri con tutti gli interlocut­ori del patto territoria­le e tenere monitorata la qualità delle attività e delle proposte, accompagna­ndo l’eventuale bisogno di riprogetta­re, laddove ce ne fosse bisogno». Non è semplice ma, garantisce, ne vale la pena.

L’assessore Galimberti Nel rispetto delle autonomie caldeggiam­o queste attività: un valido aiuto per i cittadini

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