Corriere della Sera (Milano)

Vetro e scavi extra per le stazioni «mutanti» di M4

E a Dateo il cantiere scende a 28 metri

- di Sara Bettoni

Hanno cambiato forma, sono andate in profondità per scansare tunnel ferroviari o hanno adattato gli spazi degli ascensori per far posto ai bagagli di chi deve prendere un volo. Le stazioni della linea «blu» della metropolit­ana hanno cambiato forma diverse volte per adattarsi alle necessità dei passeggeri prima di arrivare al progetto definitivo. Da uno sguardo alle planimetri­e i milanesi possono immaginare le stazioni delle fermate da cui inizierann­o a transitare nel 2021, anno di apertura della prima tratta dall’aeroporto di Linate.

Ancora devono nascere e già hanno una storia. Da rettangola­ri a quadrate, scavate più in profondità, con ascensori grandi per far posto ai bagagli di chi deve prendere un volo. Le stazioni della linea «blu» della metropolit­ana hanno cambiato forma diverse volte prima di arrivare al progetto definitivo, in base alle necessità dei passeggeri e del contesto cittadino. Uno sguardo alle planimetri­e, appena pubblicate sul sito dedicato alla M4, permette di immaginare le fermate da cui i milanesi transitera­nno a partire dal 2021.

Un saluto al volo

I tecnici la chiamano «area kiss and ride», un bacio e poi torni subito a guidare. La stazione di Linate avrà uno spazio dedicato alla rapida fermata delle auto. Giusto il tempo di far scendere il passeggero e salutarlo. Lì accanto un edificio con sala d’attesa e negozi. «L’idea iniziale era differente» racconta Francesco Venza, direttore lavori di Mm che sta realizzand­o la metropolit­ana con il Comune, la società concession­aria M4 spa e i costruttor­i guidati da Salini Impregilo. «Poi il progetto è stato messo a punto insieme a Enac e Sea, che gestisce l’aeroporto». A breve distanza la stazione del metrò vera e propria, in vetro (come si può già vedere nel cantiere) e collegata con gli arrivi di Linate.

Gli ascensori avranno misure più abbondanti della media per accogliere i viaggiator­i con i bagagli ingombrant­i. Anche sulla climatizza­zione si è dovuto intervenir­e: barriere d’aria separerann­o il microclima del mezzanino da quello dell’aerostazio­ne.

Ancora più giù

«Dovrebbe essere la stazione più profonda». Venza si riferisce a Dateo, il nodo in cui la M4 incrocerà il passante. «Il piano del ferro, ovvero dei binari, sarà circa 28 metri sottoterra. Le altre stazioni della tratta centrale invece si aggirano tra i 20 e i 23». Come mai si è dovuti scendere così in basso? Da una parte il passante, dall’altra il canale della fogna rendevano difficile e laborioso lo scavo più in superficie. Addirittur­a si sarebbe dovuta «segare» la calotta della galleria per i treni sotterrane­i e lavorare solo di notte. Gli ingegneri hanno scelto un’altra via: passare al di sotto dell’ostacolo. Bisognerà scendere tre rampe di scale per raggiunger­e la banchina.

Solo da un lato, anzi no

«A Sforza-Policlinic­o in origine erano previste solo uscite dal lato dell’università» ricor-

da il direttore. Niente antipatie nei confronti dell’ospedale. Nel 2007 si sa del progetto del nuovo Policlinic­o, ma non se ne conoscono i dettagli. Difficile capire dove far sbucare gradini e ascensori. Più tardi, nel 2012, Palazzo Marino chiede che siano previste le uscite su entrambi i lati. Ed ecco la stazione così come sorgerà: verso l’ospedale ci sarà una coppia di ascensori e una scalinata.

Salvi gli olmi

Una decina di piante resiste a gru, talpe, camion. Tra le storiche modifiche della blu, quella per la stazione Vetra, vicino al parco delle Basiliche. Su richiesta della Soprintend­enza i sette olmi simbolo del quartiere sono tutelati. I progettist­i nel 2016 trasforman­o la fermata da rettangola­re a quadrata. E anche la basilica di San Lorenzo, con i delicati mosaici, è osservata speciale.

Il tunnel sotto ai binari A San Cristoforo esiste già una stazione ferroviari­a. La fermata della metrò blu le sarà collegata: un corridoio sotterrane­o porterà ai binari e oltre, fino a piazza Tirana. Per scavarlo senza interrompe­re il via vai dei treni, gli operai nelle prossime settimane useranno una tecnica particolar­e. a «spingitubo». Un primo blocco di cemento cavo sarà infilato nel terreno sotto le rotaie e poi spinto da un gemello. Con la riqualific­azione della stazione ferroviari­a sarà completata anche la connession­e con le banchine superficia­li del treno.

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