Corriere della Sera (Milano)

Atleta senegalese adottato Insulti sul muro di casa

Il senegalese Bakary: non capisco, ho paura

- Di Francesco Gastaldi

«Non capisco il perché quelle scritte razziste, è la prima volta che mi capita una cosa del genere: a Melegnano mi trovo bene e non ho mai avuto problemi con nessuno». Ha poca voglia di parlare Bakary Dandio, il giovane mezzofondi­sta senegalese al centro di un episodio razzista a Melegnano: solo alcune parole, confidate via Whatsapp dopo essersi sfogato con il papà, Paolo Pozzi, e il suo allenatore, Giuseppe Salerno, che da due anni lo allena nell’Atletica Leggera Melegnano, la società con cui ha vinto tre ori tra 400 e 800 metri nei campionati nazionali Csi. «Sono meno tranquillo ora quando esco — confida lui —, ma non ho intenzione di cambiare il mio modo di vivere».

«Pagate per ospitare negri di m...», con tanto di freccia a indicarne i destinatar­i — la famiglia Pozzi, conosciuta in città per l’impegno civile e per la tragedia di Natale 2004 costata la vita all’allora 17enne figlia Lucia travolta da un Porsche Cayenne impazzito mentre usciva dalla Messa, e il 21enne Bakary da pochi mesi loro figlio adottivo —: la frase anonima apparsa sui muri di casa Pozzi è stata subito denunciata ai carabinier­i della stazione melegnanes­e. Scritta a penna sul muro interno e accompagna­ta da un’altra frase razzista («Italiani = m...») per accusare la scelta dei Pozzi di adottare un ragazzo senegalese fino a due anni fa ospitato nell’Hotel Ambra di San Zenone come rifugiato. «Bakary oggi è un ragazzo perfettame­nte inserito nella comunità — conferma papà Paolo —: va a scuola, pratica sport, tifa per la Juventus: è una delle persone più piacevoli, miti e rispettose che abbiamo mai conosciuto».

Giunto in Italia nel 2014 con un passato di povertà estrema alle spalle, Bakary ha ottenuto lo status di rifugiato nel 2016 ed è stato notato da Paolo Pozzi e Angela Bedoni, conosciuti per il loro impegno civico (lei è figlia di Cesare Bedoni, figura locale della Resistenza e fondatore degli Scout), che hanno deciso di portarlo a vivere con loro avviando le pratiche per l’adozione. «Bakary è un ragazzo riservato — racconta il suo allenatore Giuseppe Salerno —, ma l’ho sentito tranquillo. “Bisogna dimostrars­i superiori a certa gente”, mi ha detto».

Scioccato invece il presidente dell’Atletica Melegnano Antonio Caliendo: «Una scritta vigliacca e ignobile. Bakary all’inizio era un ragazzo molto timido ma ora è amico di tutti. Come mezzofondi­sta veloce ha dei numeri: corre i 400 sotto i 50 secondi e potrebbe fare sicurament­e gare Fidal a livello nazionale».

L’atletica leggera è la passione del giovane senegalese che lunedì pomeriggio, giorno in cui è stata scoperta la doppia frase razzista, si è presentato puntualmen­te al centro di allenament­o ex Snam di San Donato Milanese dove da mesi si allena con la Cus Pro Patria Milano per fare il grande salto. Per lui l’episodio razzista è già alle spalle, così come per papà Paolo che non intende venire meno ai suoi principi di «accoglienz­a, prossimità e solidariet­à come uniche risposte possibili a una situazione politica e sociale che fomenta l’emergere di sentimenti di odio e intolleran­za».

Meno per il sindaco «dem» Rodolfo Bertoli a cui quella frase non è andata giù: «Melegnano ha una tradizione di

I genitori nel mirino Attacco alla famiglia Pozzi-Bedoni, nota per l’impegno civico: «Pagate per questi»

accoglienz­a e tolleranza, gli autori di questo gesto vanno condannati senza appello». E per dimostrare la vicinanza di palazzo Broletto alla famiglia Pozzi ha invitato al prossimo Consiglio comunale la mamma di Bakary Angela Bedoni per condannare pubblicame­nte l’atto di intolleran­za.

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Mezzofondi­sta Il 21enne Bakary Dandio, tre ori Csi
 ??  ?? Vincente Bakary Dandio, mezzofondi­sta senegalese, 21 anni, ha vinto tre ori ai Campionati Nazionali Csi. Ha ottenuto lo status di rifugiato nel 2016 ed è stato adottato dalla famiglia PozziBedon­i, colpita dalla morte della figlia nel 2004 e molto impegnata e conosciuta
Vincente Bakary Dandio, mezzofondi­sta senegalese, 21 anni, ha vinto tre ori ai Campionati Nazionali Csi. Ha ottenuto lo status di rifugiato nel 2016 ed è stato adottato dalla famiglia PozziBedon­i, colpita dalla morte della figlia nel 2004 e molto impegnata e conosciuta
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