Spaccio di sostanze dopanti, agente culturista a processo
Cremona, chiusa l’indagine sul traffico di anabolizzanti. Nei guai anche il medico che rilasciava ricette
CREMONA Da quando gli sono stati tolti gli arresti domiciliari, Vincenzo Catapano, 47 anni, poliziotto bodybuilder in servizio prima alle Volanti, poi alla sala operativa della questura di Cremona, è tornato a frequentare la palestra con assiduità. L’agente, poi sospeso, è il personaggio chiave della prima inchiesta sul doping nella città del Torrazzo e che ha coinvolto anche Loris Losi , 32enne istruttore del Lodigiano, e Biagio Varriale, 29 anni, di Cremona, tutti con i muscoli pompati. E tutti ora sottoposti all’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. Nei guai è finito anche un medico che avrebbe confezionato una falsa ricetta.
La Procura ha chiuso le indagini sullo smercio sottobanco degli ultimi ritrovati dell’arte farmaceutica che gonfia i muscoli. Nell’avviso che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio, a poliziotto e istruttore si contesta la commercializzazione di farmaci e sostanze idonei a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti. Roba con cui ci si gonfia anche il portafoglio. I due si sarebbero procurati gli anabolizzanti fuori dai canali ufficiali, prendendo direttamente contatti con fornitori per poi piazzarli ai clienti appassionati di body building, ai quali avrebbero ceduto anche il nandrolone contenuto nella tabella A dei medicinali a base di sostanze stupefacenti e psicotrope. È un farmaco pericoloso. Eppure, continua ad essere usato. Gonfia i muscoli e migliora le prestazioni, d’accordo. Ma può fare molto male. È una dura condanna quella che arriva dal mondo medico al nandrolone. Intanto è doping. E tanto basta per metterlo fuorilegge.
Catapano lo teneva in casa. Glielo hanno trovato i colleghi della squadra mobile il 4 dicembre scorso, giorno degli arresti. Altri farmaci, il poliziotto fisicato li avrebbe ricevuti da Varriale. E per averli rivenduti, sapendone la provenienza illecita, deve, infine, rispondere di ricettazione.
Il poliziotto L’uomo rivendeva i farmaci che si procurava attraverso canali non ufficiali