Da marzo 40 studenti di Varese diventeranno «tutor antibullismo»
Sperimentazione all’istituto Newton: i ragazzi formati da psicologi e forze dell’ordine
full immersion che insieme alla scuola ha voluto dare una risposta concreta dopo i gravi fatti del novembre scorso, quando quattro adolescenti vennero arrestati con l’accusa di tortura ai danni di un coetaneo seviziato per un pomeriggio intero in un box; i quattro sono ancora al Beccaria di Milano, fra principi di ravvedimento e ipotesi di percorsi in comunità. Ma il segno di quanto accaduto è ancora vivo. L’associazione di consumatori fece subito partire un numero antibullismo che raccolse numerose segnalazioni. Ora il progetto nella scuola, accolto a braccia aperte dal dirigente Daniele Marzagalli che ieri mattina ha annunciato la novità ai rappresentanti degli studenti. Verranno distribuiti questionari anonimi in ogni classe per raccogliere informazioni sul disagio e sulla base di quelle indicazioni entreranno in azione gli «agenti anti-bullismo» appositamente formati.
L’idea è arrivata a Varese dopo che l’anno scorso Maria Rosaria Porfido, assessore alla scuola del municipio Roma XI Arvalia Portuense, sociologa Notizie, aggiornamenti, video e foto di quanto accade ogni giorno in Lombardia sul sito e madre di un adolescente, mise in campo un progetto che coinvolse sette istituti comprensivi e due licei proprio per contrastare il fenomeno: «Con l’approccio topdown i ragazzi si stufano perché percepiscono la distanza con gli adulti. Abbiamo deciso allora di cambiare paradigma attraverso la peer education: nell’educazione tra pari si va ad abbattere le rigidità. Da noi sta funzionando».
Sono difatti i compagni di classe i primi soggetti a cui si chiede aiuto: succede nel 38,8% dei casi di bullismo per maschi e nel 47% per le ragazze, ed è su questo che fa leva il progetto pilota varesino, di durata triennale ma con un primo step prima dell’estate quando gli stessi questionari in distribuzione in questi giorni verranno riproposti per capire l’utilità delle azioni intraprese.
I tutor saranno riconoscibili con un simbolo distintivo, «ma saranno i ragazzi a decidere forma e colore», promette il dirigente scolastico. All’iniziativa ha collaborato anche Augusto Basilico, il legale che difende il giovane rinchiuso nel garage di Varese dai coetanei durante il pomeriggio di follia di tre mesi fa.