TRIENNALE, FILOSOFIA DI UN BRAND
La Triennale è in fermento. A fine mese si terrà l’inaugurazione della XXII edizione dell’esposizione internazionale, affidata a Paola Antonelli. Nel frattempo, oggi si presenta al pubblico la nuova immagine dell’istituzione. Un cambiamento curato da Norm, uno studio grafico zurighese che collabora con i maggiori musei del mondo, dalla Tate al Louvre, mentre il nuovo volto del sito è stato affidato a una nota boutique di Milano, la Accurat. Entrambe le società sono state selezionate da concorsi con centinaia di partecipanti; e la doppia indicazione di uno studio estero e uno milanese è indicativa dell’orientamento della Triennale: attenzione alle esperienze internazionali senza trascurare quanto avviene in città. È la linea della presidenza di Stefano Boeri: cambiare nel rispetto della tradizione di un marchio che da cento anni accompagna la nostra crescita. Un atteggiamento doveroso: parlare di immagine della Triennale, infatti, significa ripercorrere la storia stessa di grafica e design del secolo scorso, attraverso i nomi italiani e stranieri che hanno disegnato il Novecento. Basta andare nella sala riunioni al terzo piano a guardare i poster delle manifestazioni del passato: una passerella di firme straordinarie, da Mario Sironi e Albe Steiner fino a Bob Noorda. Le collaborazioni più recenti hanno coinvolto gli ottimi Italo Lupi e Pierluigi Cerri; la presentazione della nuova immagine sarà anche l’occasione per rendere omaggio a loro e alla grande tradizione che impersonificano.